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Adriana Ventura, Consigliera di Parità: “Le donne hanno pagato un prezzo troppo alto nel lockdown”

Lettera Aperta ai Sindaci, da parte di Adriana Ventura, Consigliera di Parità della Provincia di Rimini.

Da un rapporto pubblicato dalla Caritas emerge che le donne sono coloro che in numero maggiore hanno chiesto aiuto ai loro sportelli, da maggio a settembre, dunque subito dopo il lockdown, sono state il 54,4%, contro il 50,5% del 2019. 

La crisi pandemica – scrive Adriana Ventura – ha inasprito le disuguaglianze e le donne, ancora una volta, hanno pagato un prezzo troppo alto a livello globale e senza sconti neanche nel nostro Paese; la semplice motivazione è che il personale femminile è quello maggiormente impiegato proprio nei settori professionali più duramente colpiti  dalla pandemia. 

La povertà delle donne molto spesso si presenta persino nella impossibilità di far fronte a spese di estrema necessità, come quella di comprare gli assorbenti per se stesse e per le proprie figlie; si provi ad immaginare come una mamma in Cassa integrazione guadagni possa sostenere una spesa fissa mensile quando in un nucleo famigliare ci sono due o tre donne in età fertile. 

Il costo di questi generi di necessità – continua Adriana Ventura – rappresentano dunque una tassa rosa, a nulla o a poco è servito abbassare IVA sugli assorbenti biodegradabili, approvata recentemente dal Ministro Gualtieri, perché il costo dei biodegradabili resta comunque alto e non alla portata di tutte le tasche; in Italia il ciclo mestruale continua ad essere un lusso, benché nessuna donna ne possa fare a meno. 

Nonostante se ne sia parlato lungamente anche in Parlamento, la questione rimane aperta e irrisolta, per questo, se il Governo Nazionale equipara un bene necessario come gli assorbenti a un bene voluttuario come sigarette e alcol, io mi rivolgo a Voi Signore Sindache e Signori Sindaci perché vogliate essere vicino alla popolazione femminile concretamente. 

Questa richiesta nasce da un sentimento di civiltà, non solo di equità e pari opportunità, ma proprio di civiltà e sensibilità solidale, perché il ciclo mestruale è una funzione naturale dell’organismo femminile e non sta alle donne decidere di averlo, sta a noi decidere come tassare un atto fisiologico. 

In molti Comuni d’Italia alcuni sindaci hanno deciso che gli assorbenti debbano essere scontati e hanno abbattuto la tampon tax per renderli più accessibili nelle farmacie Comunali dei propri paesi, rinunciando ai ricavi comunali che possono arrivare al 22% come l’IVA, abbuonando il costo di quella tassa alle donne che acquistano gli assorbenti in farmacia comunale. 

Una semplice modalità che elimina simbolicamente l’IVA dal costo totale, poiché ciò non può essere fatto in autonomia essendo l’IVA una imposta nazionale; in tal senso un benevolo accoglimento di questa iniziativa da parte Vostra rappresenterebbe un contributo tangibile alle famiglie e alle donne, stante il perdurare della crisi economica e pandemica”.

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