Gli ospedali sono “sotto stress” in Romagna, tuttavia il numero di ricoverati per covid rimarrà “inferiore” rispetto ai picchi del 7-8 gennaio. Ne è convinto il direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori: “Abbiamo una capacità di tamponamento molto elevata”, spiega “intervistato” questa mattina in diretta Facebook dal sindaco di Ravenna Michele De Pascale, superiore di oltre il 20% rispetto al resto della regione.
E, tira le somme, “tanto più tamponiamo e troviamo casi, tanti meno saranno i ricoveri e tanto meno comprometteremo l’attivita’ di routine”. Dunque al momento “ci sono margini di manovra e una certa tranquillità sulla tenuta dei nosocomi”. La pandemia, traccia un quadro della situazione degli ultimi giorni, “sta evolvendo” con due caratteri salienti: i casi sono in aumento del 60% rispetto alla scorsa settimana e di oltre l’80% rispetto a inizio febbraio, a causa della variante inglese che colpisce particolarmente la popolazione giovane data la sua mobilità.
I focolai nelle scuole sono cresciuti del 50% rispetto all’ultima settimana e del 100% rispetto ai primi di febbraio. Sul fronte dei vaccini, prosegue Carradori, la Romagna viaggia più veloce della regione, con “la più alta percentuale di over 80 immunizzati” dentro e fuori le strutture residenziali. Su tutte le dosi, il 39% va agli anziani, quando la media regionale è sotto il 30%.
E i frutti si vedono, i casi “sono crollati”, a conferma che il vaccino “funziona”. Inoltre in due giorni, aggiunge, sono stati vaccinati tutti gli over 80 dei quattro Comuni ravennati finiti per primi in zona arancione scuro. Stesso discorso per il personale sanitario: se prima rappresentavano il 5% dei positivi ora sono scesi all’1%, precisa Carradori.
Il problema riguarda l’approvvigionamento: è già stato esaurito il mese di aprile e sono state aperte le prenotazioni per maggio, insomma ci sono vaccini pari al 90% della capacità vaccinale, che tra l’altro l’Azienda intende aumentare.
Al momento sono attive 160-170 persone e se ne vogliono assumere altre 80 per rendere attivi sette giorni su sette tutti i 25 punti vaccinali. A ieri, conclude, sono circa 93.000 le vaccinazioni effettuate e il 66% delle dosi va a chi ha già ricevuto la prima.
Intanto nel circondario imolese, all’interno dei focolai registrati di recente in alcune case di riposo, si segnalano “casi di infezione anche in soggetti già immunizzati”. A riportarlo, scrive l’edizione locale del Resto del Carlino, è il report settimanale dell’Ausl sull’andamento della pandemia nel territorio imolese.
A quanto emerge dalla sorveglianza delle strutture residenziali, ci sono quattro focolai attivi: Villa Armonia (sei positivi tra ospiti e operatori, cinque vittime), il Sollievo (sette ospiti positivi, tre decessi), Casa Martelli – Suore via Paolini (20 positivi tra ospiti e operatori, un decesso) e Villa Fattori di Castel San Pietro (20 ospiti e tre operatori positivi). Se a Villa Armonia l’aumento di casi si è manifestato nell’intervallo tra prima e seconda dose di vaccino, nelle altre tre residenze i focolai sono emersi dopo che la seconda dose era già stata inoculata. In particolare, dall’Ausl si sottolinea che a Villa Fattori e Casa Martelli “risulta che il virus sia stato reintrodotto da personale che non ha effettuato la vaccinazione”. Insomma, da operatori che hanno rifiutato di vaccinarsi.
Al Sollievo si stanno conducendo ulteriori verifiche perché tutti gli operatori risultano avere aderito alla vaccinazione.
“Nella maggior parte dei casi – sottolineano dall’Ausl -, nelle persone vaccinate con entrambe le dosi la malattia non sta avendo conseguenze gravi (molti i casi di asintomatici o paucisintomatici) e solo in un caso ha portato a ricovero.
Risulta però un decesso in ospite già affetto da altre patologie che ha contratto la malattia pur avendo ricevuto entrambe le dosi e quindi deceduto con Covid”.