Cerca
Home > Ultima ora cronaca > Avvelena il convivente ma ne eredita i soldi

Avvelena il convivente ma ne eredita i soldi

I famigliari dell’anziano deceduto a settembre del 2020 dopo essere stato avvelenato con il topicida dalla sua convivente, due anni prima,  hanno dato mandato al proprio legale, l’avvocato Luca Greco di chiedere al Tribunale civile di sospendere la successione in favore della donna che ha avvelenato lo zio.

Infatti nonostante la convivente sia indagata per tentato omicidio può continuare ad utilizzare il patrimonio che il convivente gli ha lasciato nominandola sua erede unica. Solo dopo una condanna, anche di primo grado, si bloccano gli averi della successione. Nel frattempo, la convivente continua la sua vita normale utilizzando anche i conti correnti del convivente deceduto.

I fatti risalgono all’agosto 2018 quando un anziano signore riminese di 82 anni, viene ricoverato all’ospedale Infermi di Rimini, in condizioni gravissime. Ha forti emorragie. I medici non hanno dubbi: quella patologia può essere causata solo da un topicida. Il fatto viene segnalato alla Procura della Repubblica che apre un’indagine per conoscere in che modo e per quale ragione l’anziano è stato avvelenato. Infatti appare certo che qualcuno abbia fatto ingerire una forte dose di topicida all’uomo. L’anziano non è praticamente autonomo su nulla ed ha bisogno di continua assistenza. Impossibile che abbia ingerito il veleno di sua volontà. I periti hanno inoltre confermato che per ridurre in quelle condizioni l’uomo erano necessarie forti dosi del topicida.

Dopo pochi giorni la convivente di 79 anni, ha confessato di voler uccidere il compagno, col veleno per topi. Piccole dosi giornaliere per non destare sospetti, somministrate nella minestra o direttamente in bocca, all’uomo di 82 anni allettato da una malattia degenerativa. Secondo quanto ha raccontato lo avrebbe fatto esclusivamente per soldi, preoccupata che i figli perdessero la casa o che fosse costretta a lasciare la propria.

La donna non venne arrestata, ma denunciata per tentato omicidio aggravato, soprattutto per l’età avanzata e perché la famiglia ha collaborato alle indagini. Con il compagno non si era mai sposata, ma con lui condivideva la casa da trent’anni. L’autopsia ha stabilito che la morte dell’anziano non è avvenuta a causa dell’avvelenamento di due anni prima.

Ultimi Articoli

Scroll Up