Succede a Casina, Comune di 4.500 abitanti in provincia di Reggio Emilia. Il Sindaco ha dovuto fare un bando pubblico per la ricerca di assessori donne. Infatti la giunta da lui presieduta è composta solo da maschi. Prima la Prefettura di Reggio Emilia e poi il difensore civico dell’Emilia Romagna hanno imposto al Sindaco di provvedere al riequilibrio di genere come previsto dalle norme di legge.
Qui si possono vedere gli atti:
http://www.comune.casina.re.it/2017/01/avviso-per-la-nomina-di-un-assessore-donna/
http://www.comune.casina.re.it/wp-content/uploads/2017/01/avviso-nomina-assessore-donnna.pdf
Oltre al bando, il Sindaco tra la documentazione ha messo anche il proprio programma.
Quindi siamo ad una svolta. Gli assessori si trovano con i bandi.
Al bando di Casina hanno aderito sei donne. Nei prossimi giorni il Sindaco inizierà i colloqui per decidere chi ha le caratteristiche per entrare in giunta.
Ricordiamo che anche in provincia di Rimini vi sono comuni che non rispettano le quote di genere. Ad esempio a Saludecio, dove la giunta è composta da soli uomini. Altri bandi in arrivo?
Ma qualche riflessione sulle capacità salvifiche di strumenti come i bandi, andrà pur fatta. Stiamo rasentando l’assurdo, se non l’abbiamo già oltrepassato.
Sembra che la politica non voglia (non sappia? non possa?) prendersi più le responsabilità che costituiscono la sua stessa natura. Una politica incapace di fare scelte se non “tutelandosi” dietro la corazza del bando, paralizzata dal terrore, si può ancora chiamare politica?
Se fosse così, a cosa ci serve eleggere dei rappresentanti? Ma allora perché non affidare tutto a un informatico (tramite bando, beninteso) che elabori una app per gestire tutta la cosa pubblica?
Anche perché i risultati di queste logiche sono già esilaranti. O deprimenti, secondo i punti di vista.
Come quanto successo a Cattolica, dove il sindaco Mariano Gennari per arruolare il proprio addetto stampa ha indetto una specie di concorso, dove però ai candidati veniva richiesto per che partito votavano.
Nonostante la costernazione dei concorrenti, la spiegazione del sindaco è stata ineccepibile: è un incarico fiduciario, devo ben potermi fidare del mio addetto stampa.
Sacrosanto. Ma allora, perché non affidare un incarico diretto, come la legge consente e come si fa ovunque? No, meglio un bando, non sia mai che chi fa politica voglia passare, orribile a dirsi, da politico.
Stefano Cicchetti