“In campagna elettorale tutte le parti politiche hanno parlato di mobilità dolce e sostenibile – scrive in un comunicato il Movimento 5 Stelle di Bellaria – ossia di portare sul piano urbano un idea che agevoli e incentivi gli spostamenti di pedoni e biciclette, per una maggior sicurezza, aria più pulita, un minor impatto sull’ambiente, una miglior qualità della salute fisica e del benessere.
In un recente consiglio comunale, abbiamo sentito l’assessore preposto riconoscere la difficoltà del riorganizzare le piste ciclabili del nostro comune, le precedenti amministrazioni han di fatto realizzato una serie di tronconi, alcuni di questi in vie parallele e secondarie inficiando la funzione dello strumento urbano, che nelle sue logiche prevede di accompagnare i cittadini verso i punti di interesse della città garantendo sicurezza e spostamenti comodi e veloci per i diversi tipi di utenti, siano questi pedoni, ciclisti o motorizzati.
Sin dall’inizio della scorsa legislatura – prosegue la nota del movimento – abbiamo fatto presente che la realizzazione di questi tronconi di ciclabili non sarebbero stati funzionali, arduo se non impossibile in alcuni tratti riuscire a raccordarli agevolando quella fluidità necessaria a stimolarne l’uso.
Questo accade quando si realizzano opere puntando sul compulsivo bisogno di far vedere ai tuoi cittadini che realizzi qualcosa puntando con fare bulimico ai finanziamenti esterni (es: Europa, regione) che coprono parte della spesa, in modo da garantirti cantieri continui a costi sostenibili.
Le città vanno razionalizzate, non “cantierizzate”, inutile realizzare “tante” opere se poi non producono il risultato per cui si è ottenuto l’investimento e utilizzato i fondi comunali, la mobilità dolce e sostenibile per l’appunto!
Il risultato? Come detto poc’anzi tronconi di ciclabile di difficile gestione, alcuni realizzati su lati con molti sbocchi stradali nonostante i sentori di rischio per gli utenti, esposti al sopraggiungere di auto, in alcuni casi guidate da irresponsabili, che a dispetto di una patente e della segnaletica stradale da anni cementata nell’asfalto, non hanno ancora imparato che il mezzo deve fermarsi prima della linea dello STOP.
Interventi nati – continua la nota del Movimento 5 Stelle – senza un disegno d’insieme, alcuni in vie secondarie poco utilizzate che lasciano il ciclista medio pedalante nella parallela principale, tronconi di ciclabile che, per carità, questa amministrazione ha ereditato da quelle precedenti ma alla quale ha aggiunto del suo, infatti, quando sentiamo parlare di un progetto per la messa in sicurezza della ciclabile sulla statale, ci sentiamo tutti sollevati, salvo poi vedere che abbiamo segnato un ulteriore passo indietro, con quei “bellissimi” dissuasori bianco e rossi a frammentare ciclabile e percorso pedonale, la sicurezza innanzi tutto, peccato che parte dei ciclisti sia spostata sulla statale proprio per evitarli, raccogliamo anche non una ma ben 2 osservazioni di persone con difficoltà motorie, che mi chiedono se vogliamo allontanare in via definitiva gli utenti in carrozzina dalla città, per favorire quale logica? Quella del mezzo a motore, e già, perché nel codice stradale come nella funzione di una pista ciclabile, ancor prima delle promesse elettorali fatte, andiamo a penalizzare gli utenti che hanno la precedenza, ossia ciclisti e pedoni, andiamo a ridurre quella mobilità dolce e sostenibile che deve migliorare la qualità della nostra vita, per favorire l’irresponsabile in macchina(si spera pochi) che non ha ancora imparato a frenare prima dello STOP. Certo, “la sicurezza innanzi tutto!” così come siamo sicuri che ora l’irresponsabile in macchina di cui parlavamo prima, “sicuramente” si sentirà ancor più giustificato nel invadere le strisce oltre lo STOP, lasciando al ciclista si divincola in mezzo all’ostacolo senza scendere, e al pedone l’unico vantaggio l’essere avvertiti di un rischio, per magari cedere precedenza.
La messa in sicurezza andava fatta e si può anche dire grazie – conclude la nota pentastellata – ma avete mancato 2 obiettivi in un sol colpo, la nostra mobilità, ponendo limiti a chi doveva essere beneficiato favorendo la causa del rischio, una minor qualità della vita e una sorta di riconoscimento a chi crede nel valore delle pasticche dei freni”.