Fino al 7 maggio, presso Palazzo Belloni a Bologna, si terrà l’esposizione Dalí experience: circa 200 opere, tra sculture disegni e scenografie, protagoniste di un percorso interattivo e multimediale, che coinvolge il visitatore in un’esperienza dinamica e partecipativa.
Una mostra che ci dice qualcosa anche di Rimini. O meglio, di un certo riminese.
Direte voi: “e che ci azzecca Salvador Dalì con Rimini”? Non molto in realtà, avete ragione; se non fosse per un nostro illustre cittadino, il più illustre di tutti: Federico Fellini. Oltre ad un rapporto di stima reciproca, Gala (la compagna dell’artista spagnolo), infatti, propose al regista romagnolo di fare un film sul marito. Inoltre, proprio Dalí è protagonista di uno dei sogni riportati da Fellini e, non a caso, la celebre mostra Dalí. Un artista, un genio tenutasi nel 2012 al Complesso del Vittoriano di Roma si chiudeva proprio con Il libro dei sogni del riminese.
Ecco qui il sogno:
SOGNO DEL 7-2-75
Salvador Dalí più giovane e più robusto seduto dietro un grande tavolo con altre persone mi dice che è ormai giunto il momento per me di mutare il simbolo vaticanesco con il suo. Poi aggiunge che vuol farmi ascoltare una sua poesia sul cinema e la canterà imitando la voce di una bambina. La canzone diceva così: “Oh come è bella la vita del regista! Ma lo sapete che è proprio bella! Ah quanto è bella! Davvero bella!! Bella!! Bella!!…”
…la vocina si allontana sempre più, si sente appena, lontanissima irraggiungibile ormai. Mi sveglio con l’eco ancora percettibile dell’ultima nota del canto della bambina e sospiro in preda ad una malinconia profonda.
E proprio quella di essere catapultati in un mondo onirico è la sensazione che si ha visitando la mostra: una dimensione in cui i nostri sogni, e i nostri incubi, si fanno realtà; le più strane idee che ci passano per la testa prendono incredibilmente forma. Come Alice nel Paese delle Meraviglie – tema ricorrente delle opere di Dalí – il visitatore viene risucchiato in un mondo fantastico, in cui gli elefanti hanno zampe lunghe lunghe e a volte, se visti al contrario, prendono sembianza di cigni; dove le carnose labbra della seducente Mae West diventano un comodo divano; le veneri gelose si foderano di cassetti; gli orologi si sciolgono come formaggio fuso; i telefoni prendono forma di aragoste ecc. ecc.
Animazioni 3D, realtà aumentata e proiezioni immersive, aiutano ad addentrarsi nei meandri della poliedrica inventiva dell’artista catalano, che non osiamo immaginare cosa avrebbe potuto ideare con i mezzi di cui disponiamo noi oggi. L’aspetto curatoriale punta deciso su un approccio di ultima generazione: la noiosa didascalia lascia il passo all’emozione di un istante; la narrazione si fa immediata e incalzante, al passo con i tempi frenetici della nostra età. Uno storytelling adeguato anche ai più piccoli, senza soluzione di continuità con la dimensione digitale che caratterizza il loro quotidiano.
La mostra offre al tempo stesso una panoramica organica, esaustiva, che rende omaggio a tutte le sfumature dell’artista: dallo scultore al grafico; dal pittore surrealista al designer; lo scenografo: un’intera sala è dedicata alla sua scenografia per Spellbound di Hitchkock; l’appassionato lettore: le sue ispirazioni prendono spunto da Dante e Boccaccio, come dalle favole per bambini.
Dalí è stato forse l’ultimo genio del nostro tempo (ci ha lasciati neanche trenta anni fa!) ad aver interpretato, con la propria arte, tutte le novità del Novecento – dalla psicanalisi alla moda, dal cinema alla pubblicità -, segnando così profondamente il nostro immaginario. E il successo che riscuote ancora oggi sta a testimoniarcelo.
Dalí Experience è organizzata da con-fine Art, con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Città Metropolitana di Bologna, Comune di Bologna e RAI Radio Televisione Italiana; con il sostegno, inoltre, di QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno.
Edoardo Bassetti