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San Giovanni in Marignano. Chiesti otto anni di reclusione per il trafficante di clandestini

“Fratello dove sei, io qui sto morendo”. Continuava a mandare la sua disperata richiesta di aiuto, Hussain Maalik, pakistano di 27 anni, mentre il sole di agosto martellava il van per cavalli che lo stava trasportando dalla Grecia all’Italia e nel pertugio dove era stato nascosto l’aria veniva meno. Inviava quel messaggio vocale a chi lo aveva fatto salire su quel camion, ma anche ai parenti. Ma quando il camion è giunto presso il centro ippico Riviera Horses di San Giovanni in Marignano, Hussain era ormai morto. Allora lo hanno caricato su di un furgoncino e hanno scaricato il suo cadavere in un fosso di scolo poco distante.

E lì lo avevano trovato, in località Montalbano, il 7 settembre del 2019. Un corpo in stato di decomposizione così avanzato, probabilmente deturpato anche dagli animali selvatici, da rendere impossibile in un primo momento perfino determinarne il sesso. Niente documenti, niente cellulare, niente vestiti a parte i resti di un paio di pantaloncini e una catenina d’argento.

Dopo pochi giorni la svolta nelle indagini. Arrivano alla stazione dei Carabinieri di Riccione due pakistani residenti in Gracia. Sono il babbo e il cugino della persona trovata morta. I due raccontano che il ragazzo voleva andarsene da lì e che aveva trovato il modo di raggiungere l’Italia e poi forse qualche altro paese europeo. Il passaggio clandestino glielo avrebbero fornito un altro pakistano e un greco, trasportatore di cavalli.

La procura di Rimini con Davide Ercolani arriva in poco tempo al trafficante di clandestini. Si tratta di Alì Irfan, pakistano di 33 anni residente a Patima presso Koropi, in Grecia. Contro di lui era stato spiccato un mandato di cattura europeo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, occultamento e soppressione di cadavere. Arrestato ed estradato in Italia. Ora il processo con rito abbreviato. La pubblica accusa ha chiesto otto anni di reclusione. La sua legale l’avvocatessa Ninfa Renzini, ha, invece, chiesto l’assoluzione perché in quei giorni era in Grecia.

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