La mobilità su due ruote ha visto una “graduale ascesa nell’agenda politica delle città italiane, seppure ancora troppo lenta e accompagnata da due ricorrenti campanelli d’allarme: la sicurezza degli utenti della strada e il profondo divario tra nord e sud del Paese nelle misure messe in campo”. Sono i risultati del quinto rapporto dell’Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con Legambiente, elaborata dalla società di consulenza Ambiente Italia e presentata stamane in un webinar.
Il questionario rivolto a 104 municipi, a cui quest’anno hanno risposto 79 amministrazioni, mostra nel 2019 l’aumento di piste ciclabili, ciclopedonali, zone 20 e 30 km/h (+6% rispetto al 2018 e +20% dal 2015), la crescita della possibilità di accesso delle biciclette alle corsie riservate ai mezzi pubblici e il numero di Comuni con postazioni di interscambio bici nelle stazioni ferroviarie, mentre sono in calo le città in cui è consentito il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici e quelle dotate di un servizio di bike sharing, che passano dal 57% del 2018 al 53% del 2019.
Desta preoccupazione che “253 delle 3.173 vittime della strada del 2019 siano stati ciclisti (in aumento del 15% rispetto al 2018). Un tema che, secondo il rapporto Focus2R, sta progressivamente entrando nei programmi dei municipi: il 48% dei Comuni intervistati considera il miglioramento della sicurezza stradale una priorità molto alta o alta. Mentre sembra che i Comuni stiano ‘abbassando la guardia’ sui motociclisti con i due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) che nel 59% dei casi non considera la loro sicurezza una priorità
I Comuni più attenti a ciclisti e motociclisti sono quelli di Emilia Romagna e Lombardia. E’ la fotografia che emerge da Focus2R, il quinto rapporto dell’Osservatorio promosso da Confindustria ANCMA e Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia, sulle politiche comunali in favore di ciclisti e motociclisti.
Tra i Top 5 per infrastrutture ciclabili (metri equivalenti per abitante) ci sono Reggio Emilia, che stacca tutti con più di 40 metri equivalenti per abitante, e poi Cremona, Mantova, Lodi e Ravenna. A Bologna, Venezia, Firenze, Ferrara e Treviso c’è il maggior numero di stalli nelle stazioni ferroviarie.
La sharing mobility cresce, con una flotta concentrata per il 75% a Milano (con 13mila unità), Firenze (4mila), Torino (2500) e Bologna (2500). La vendita di biciclette ed eBike nel 2019 (ultimo dato disponibile) è stata di 1,71 milioni di unità, il 7% in più rispetto l’anno precedente, mentre l’universo delle bici a pedalata assistita è cresciuto da solo del 13%, passando da 173mila a 195mila unità. Secondo le prime stime di ANCMA nel 2020 il mercato farebbe segnare un ulteriore aumento compreso tra 20 e 25% sul 2019, superando il tetto dei 2 milioni di pezzi venduti.
Rimini è citata nel rapporto per la presenza di motocicli per abitanti. In questa classifica Rimini è sesta con il 22% di motocicli per 100 abitanti.
Lo sharing di moto/scooter è ancora in ritardo rispetto a quello delle biciclette: nel 2019 salgono a 5 i comuni (Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino) che dichiarano di averne uno effettivamente funzionante e utilizzano in prevalenza mezzi elettrici. In particolare il comune di Rimini indica in 1000 gli scooter presenti sul territorio e parla di 40mila abbonati a questo tipo di servizio.