A fine anno la giunta del Comune di Rimini ha approvato una delibera che riduce i canoni per il 2020 in base alle norme approvate dal Governo per i ristori e prorogato le concessioni per il 2021 per i concessionari che insistono nella zona del cosiddetto “Triangolone” nella zona del Porto canale di Rimini (tra piazzale Fellini a largo Boscovich, fra lungomare Tintori e viale Cristoforo Colombo).
Una delibera di normale amministrazione ma che in realtà riassume tutti i problemi che vi sono su quelle concessioni e le difficoltà, per non parlare dell’impossibilità di progettare una rigenerazione urbana e riqualificazione dell’intera area.
Per comprendere in modo esaustivo la complessità del problema è necessario ricordare le modalità di passaggio dal Demanio statale al Demanio comunale. In particolare:
- Nel marzo del 2017 le aree del Triangolone passano, in nome del federalismo demaniale dallo Stato al Comune di Rimini. E qui sorgono i primi problemi. Il decreto di passaggio contiene due condizioni. Il pagamento di un canone complessivo per quelle aree € 573.860,00 a titolo di canoni che percepiva. Ed una clausola di salvaguardia che: “Trascorsi tre anni dal presente trasferimento, qualora all’ esito di apposito monitoraggio effettuato dall’ Agenzia del Demanio, risultasse che il Comune di Rimini non utilizzi il compendio oggetto del presente provvedimento, lo stesso rientrerà nella proprietà dello Stato nella situazione in cui si trova, senza che il Comune possa pretendere dallo Stato alcunché a qualsiasi ragione o titolo”. Sui canoni dei pertinenziali vi è stato un intervento nazionale che li dovrebbe ridurre in modo sensibile. Sulla clausola di salvaguardia ad oggi non si hanno notizie.
L’area del “Triangolone
Nel frattempo il Comune è dovuto intervenire per verificare l’effettiva consistenza dei singoli cespiti, tenuto conto delle porzioni di fabbricati privi di titolo edilizio, come accertati dal Settore Governo del Territorio nell’anno 2019. Si veda a tal proposito la demolizione parziale del ristorante “Lo Squero” e le diffide ad altri concessionari.
Il ristorante Lo Squero dopo la demolizione delle opere abusive
La delibera di riduzione dei canoni contiene informazioni interessanti.
Le aree trasferite al Comune di Rimini sono state classificate, dal Comune stesso come patrimonio indisponibile del Comune. Su questo atto gli studi legali Cagnoni e Fiorenza hanno depositato un ricorso per conto dei “concessionari” del “Triangolone” per l’annullamento della delibera che trasferisce le aree da patrimonio disponibile a patrimonio indisponibile del Comune. Si attendono i giudici civili ed amministrativi.
Ma soprattutto pesa un contenzioso per il mancato pagamento del canone da parte di due concessionari. Infatti dalla delibera si apprende che due concessionari non stanno pagando il canone. Si tratta Aquarium S.r.l.( Pub The Barge) e Gi&Gi S.r.l. (la discoteca), che non hanno pagato alcun corrispettivo per l’utilizzo ed è stato avviato il procedimento per la riscossione coattiva del credito e per il recupero dei beni della disponibilità in favore dell’Amministrazione Comunale.
Il pub The Barge chiuso da tempo
Si tratta di un contenzioso importante. Infatti i canoni sono di 57mila euro (più iva 22%) annui per il Barge e di 101mila euro per la discoteca (più iva 22%) In totale si tratta di 633mila euro di mancati pagamenti, compresa iva. Mentre per 438.994,76 euro il Comune ha richiesto gli accantonamenti al Fondo crediti Dubbia Esigibilità fino al 31.12.2019 (quote riferite agli anni 2018 e 2919). Per i restanti 194mila (quote anno 2020)euro è stato deliberato un prelevamento dal fondo di riserva.
La discoteca
Concludendo, allo stato attuale, l’area del Triangolone è tutta in alto mare con poche certezze per il futuro (non vi sono progetti di riqualificazione dell’area in corso). Le uniche certezze sono i contenziosi legali ed economici compresi i 633mila euro di mancati incassi per i canoni di due concessionari. In questo caso oltre al danno anche la beffa. Infatti il Comune di Rimini dovrà pagare allo Stato comunque il canone stabilito. Se non viene fatto il Ministero dell’economia compenserà con minori trasferimenti.