L’Istituto Superiore di Sanità ha proposto nuove restrizioni da inserire nel Dpcm che sarà varato al termine della prossima settimana: se l’incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100 mila abitanti scatta in automatico la zona rossa. La misura è condivisa dal Comitato tecnico-scientifico e ora tocca al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia discuterne con i presidenti delle Regioni.
Se questo criterio fosse applicato oggi, a finire automaticamente in zona rossa sarebbe la regione Veneto, che nell’ultima settimana ha registrato 454,31 casi per 100 mila abitanti. Ma se la situazione dovesse peggiorare rischia grosso anche l’Emilia-Romagna, che ieri aveva un’incidenza di 242,44. Oggi peraltro i nuovi casi sono stati inferiori rispetto al giorno precedente, 1.790 contro 2.026.
Altre Regioni a un passo dalla linea rossa, sempre sulla base dei dati attuali, sono la provincia autonoma di Bolzano (231,36), il Friuli-Venezia Giulia (205,39) e le Marche (201). All’opposto, l’incidenza più bassa della settimana è stata in Toscana: 78,95 casi ogni 100 mila abitanti. Nessuna regione è però sotto la soglia dei 50 casi ogni 100 mila abitanti, quella che, secondo la cabina di regia del ministero della Salute, permetterebbe «il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti».
L’incontro tra il governo e presidenti di Regione, Anci e Upi, è fissato per lunedì alle 10.30; oltre al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, parteciperà in videoconferenza anche il ministro della Salute Roberto Speranza. Si dovrà anche definire la soglia per l’ingresso nella cosiddetta “fascia bianca”, con libertà di spostamento e attività tutte aperte. Si pensa ad un parametro Rt pari a 0,50, ma probabilmente si aggiungeranno anche altri criteti
Intanto, il governo sta valutando di prorogare lo stato di emergenza in scadenza a fine gennaio fino al 31 marzo o addirittura a luglio.