“Non accettiamo le condizioni precarie nelle quali si trova la scuola in questo momento. Nulla e dico nulla, è stato fatto (sin dall’inizio), in termini di sicurezza effettiva“. Non usa mezzi termini Irina Imola, professoressa ed ex assessore al Comune di Rimini, per esprimere la propria contrarietà alla riapertura delle Scuole. Una posizione controcorrente se si pensa ai tanti insegnanti e ai tanti alunni scesi ieri in strada negli spazi antistanti alle scuole di mezza Italia per chiedere di ritornare a Scuola in presenza al più presto, alla luce del rinvio della riapertura programmato all’11 gennaio.
La Imola ha precisato che “chi mi conosce sa bene quanta passione io abbia per il mio lavoro, dunque chi pensa che noi insegnanti preferiamo la dad e non sentiamo il desiderio di tornare con i propri studenti, è in cattiva fede e tanto”, e che “non siamo martiri, anche se amiamo tanto il nostro lavoro. Vogliamo il bene dei ragazzi e proprio per questo diciamo che non ci sono le condizioni di sicurezza, né per loro, né per noi”. Le dichiarazioni hanno fatto infuriare il Presidente della Provincia Riziero Santi e la bagarre è servita.
“Leggo su social e giornali – ha scritto Santi in una nota – dichiarazioni della professoressa Irina Imola, persona che conosco e stimo, con le quali esterna sue preoccupazioni circa la ripresa dell’attività scolastica in presenza spingendosi a definire le scuole insicure e scomodando termini come “follia” e “martirio”. Ebbene, non è possibile far cadere queste gravi affermazioni senza precisare che le strutture scolastiche di Rimini rispondono pienamente a canoni di sicurezza infrastrutturale, che la ripresa in presenza avverrà gradualmente, al 50% e poi al 75% come stabilito dalla normativa e che l’organizzazione degli orari e delle attività didattiche, in capo alle scuole stesse e quindi al personale scolastico, è definita dovendo osservare scrupolosamente i protocolli anti-covid.
Dire, da parte di una insegnante, che le scuole sono insicure significa assumersi una responsabilità molto precisa e pesante. Sono pronto ad affiancare la prof Imola in tutte le verifiche del caso nella convinzione che la scuola debba riaprire al più presto e che sia il luogo in assoluto più sicuro dove possano trovarsi gli studenti ed anche il personale, come peraltro accertato dall’Istituto Superiore di sanità che ha dichiarato che nelle scuole si ha una percentuale di contagio pari al 2%, molto inferiore ad altri luoghi come famiglie e luoghi di lavoro diversi”.