Si è spento oggi all’età di 98 anni l’editore riminese Bruno Ghigi. Nelle scorse settimane aveva contratto il coronavirus e la malattia non gli ha lasciato scampo. Dopo il ricovero in Ospedale le sue condizioni si sono aggravate e i medici dell’Infermi si sono arresi.
Ghigi è stato uno dei grandi narratori della storia della città di Rimini che con la sua opera ha contribuito a far conoscere e amare. Una città che lui stesso ha sempre guardato con amore, un sentimento che ha guidato e sostenuto il suo impegno nel corso dei decenni.
Proveniva da una famiglia di contadini e fu l’ultimo di 10 figli. Nato da Alessandro Ghigi e Caterina Rosa, contadino lui stesso sino al 1942, poi operaio alla Caproni di Predappio fu renitente alla leva repubblichina e nell’ottobre del 1944 venne assunto in qualità di impiegato dal Comune di Rimini, dove si è diplomato ragioniere.
Nel 1954, il Commissario prefettizio con al Governo Mario Scelba lo licenziò insieme ad altri 27 dipendenti comunali. Si trovò così a 32 anni senza lavoro e con moglie e tre figli da accudire. Nel 1955 avviò un’attività di vendita di carta, cancelleria e sussidi didattici e iniziò a pubblicare carte geografiche: lo avrebbe per oltre 30 anni, girando tutta l’Italia per venderle. Nel 1965 vinse il ricorso contro il suo licenziamento e tornò a lavorare in Comune per alcuni anni fino al raggiungimento della pensione.
Nei primi anni ’70 su indicazione del prof. Mario Zuffa ristampò la “Storia civile e sacra riminese” di Luigi Tonini, in 6 volumi e 9 tomi. Da questo lavoro cominciò la sua attività editoriale che l’ha portato a editare volumi di storia locale di Rimini ma anche di tanti comuni della Romagna.
Numerose le opere dedicate alla Seconda Guerra Mondiale e in particolare gli avvenimenti legati al passaggio del fronte nella nostra Città e alla sua liberazione che ha potuto seguire, come diceva lui, da una posizione privilegiata: le alture del territorio di San Marino dove con altre migliaia di riminesi si trovava sfollato.
Per la sua intensa e infaticabile attività di editore e di studio degli avvenimenti della nostra terra, unita all’amore per la sua città dimostrato nelle tante pubblicazioni che ha realizzato, l’Amministrazione comunale di Rimini gli aveva conferito nel 2014 una targa a testimonianza della stima e della gratitudine, non solo dell’Amministrazione comunale, ma dell’intera Città.
Era padre di quattro figli frutto dell’amore vissuto con la moglie Ester, sua coetanea, venuta a mancare nel gennaio del 2017 dopo 74 anni di storia vissuta insieme.
Nella mattinata di oggi il sindaco del Comune di Rimini Andrea Gnassi e l’assessore alla Cultura Gianpiero Piscaglia hanno voluto ricordare l’editore scomparso.
“Con Bruno Ghigi se ne va davvero un pezzo della storia, anzi della Storia, della nostra città. Perché la sua vita, enorme nell’attraversare con coerenza e senso morale quasi 100 anni tra il secolo breve e il nuovo millennio, si intreccia costantemente con la sua attività di piccolo editore, a servizio della conoscenza e della divulgazione della vicenda storica della nostra città. Tra i sassolini che negli ultimi 70 anni hanno permesso a Rimini di non perdere del tutto la strada della propria identità, dopo la rimozione collettiva post traumatica seguita all’ultimo conflitto bellico che fece credere a molti al mito di Rimini ‘città nuova senza passato’, ci sono sicuramente quelli messi in fila con amore e cura da Bruno Ghigi”.
“Intorno a loro, alla famiglia Ghigi, ci stringiamo forte in questo momento di intenso dolore”.
Anche la presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna Emma Petitti ha espresso il proprio cordoglio. “Si è spento Bruno Ghigi, storico editore di Rimini, uomo d’intelletto, mente brillante e raffinata. Una vita dedicata alla cultura e all’amore per la sua, per la nostra Rimini, narrata in tante sue pubblicazioni. Da sempre legato alle radici umili e alla sinistra, ha raccolto le storie di chi aveva vissuto il dramma della Seconda Guerra Mondiale e la speranza della Liberazione poi. Tante testimonianze, racchiuse nella sua opera, di gente del nostro entroterra, uomini e donne che hanno contribuito a scrivere il nostro futuro e la nostra stroria locale. Ciao Bruno, mi mancherai. Ci mancherai. Riposa in pace”.
Ai familiari e agli amici dell’editore il cordoglio della redazione di Chiamamicitta.it