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Bilancio Regione, Lega insiste: “Fare come Lombardia”

“Centosessantasette milioni contro 40: è il rapporto di forza fra quanto stanzieranno a favore del mondo delle imprese Regione Lombardia (167) e Regione Emilia-Romagna. Un disequilibrio profondo che rende l’idea di quelle che sono le priorità dei due governi, uno a guida Lega e l’altro Pd. E se analizziamo bene i dati il confronto diventa davvero imbarazzante: a conti fatti, lo sforzo della nostra Regione per il sostegno alle attività più colpite dalla crisi indotta dalla pandemia Covid si riduce a 10 milioni visto che il resto dei circa 40 milioni sventolati sono risorse nazionali”. Così il capogruppo della Lega in Regione ER, Matteo Rancan, (nell’immagine in apertura) commenta i numeri del Defr passato ieri dall’aula di via Aldo Moro.

“Se consideriamo gli stanziamenti di Regione Lombardia (complessivamente 167 milioni suddivisi in: 54,4 per sostegno micro imprese e partite iva; 22 milioni per credito micro imprese e attività storiche; 25 milioni per l’accesso al credito agevolato delle imprese; 40 milioni per lavoratori autonomi senza partita iva; 3,5 milioni bonus bollo auto, taxi, Ncc, autobus; 22 milioni come aiuti per chiusura attività) è evidente come l’Emilia-Romagna si posizioni a lunga distanza. Senza considerare che la Lombardia ha approvato una legge ad hoc per la ripresa economica, già nel maggio 2020 (L.R. 9/2020), con la quale ha stanziato 3,5 miliardi attraverso Cassa Depositi e Prestiti per il finanziamento degli investimenti e dello sviluppo infrastrutturale. Spiace poi notare che i soldi del Recovery Fund saranno investiti per progetti regionali che nessuno ha visto e che non sono stati concordati” ha attaccato il capogruppo.

“I numeri non mentono: Regione Emilia Romagna ha dimenticato le fasce produttive – spiega il senatore leghista Andrea Ostellari, commissario Lega Emilia Salvini Premier – Il confronto con la Lombardia è impietoso: pur con il doppio degli abitanti, la Regione a governo Lega ha stanziato quattro volte di più. Bonaccini si concentri sul governo territorio e lasci perdere le sirene nazionali. E’ in arrivo una crisi economica senza precedenti, con ricadute sociali disastrose. In cima all’agenda degli amministratori pubblici devono esserci li sostegno al lavoro e la tutela del tessuto produttivo, non le beghe interne del PD” conclude il senatore.

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