“Tra le motivazioni addotte per spostare la scuola Repubblica dall’attuale ubicazione al quartiere Macanno – scrive in una nota Cattolica Futura – nell’area adiacente all’ex acquedotto (il torrino piezometrico conosciuto come “fungo”), tra via Dalla Chiesa e via Amendola, vi è la possibilità di creare in quella zona un unico polo scolastico-sportivo, come affermato dal Sindaco Mariano Gennari citando i “padri fondatori” di Cattolica, in particolare, Mario Castelvetro e Franco Mazzocchi, negli anni dopo la Guerra.
L’idea di decentrare il polo scolastico è in realtà poco coerente con i giorni nostri: giustificare la genesi di un nuovo progetto con una visione di ormai più di mezzo secolo fa appare quantomeno ingenuo—tra l’altro, non risulta nemmeno che sia mai esistito un vero e proprio progetto di polo scolastico nell’area in questione, se non una semplice convergenza di alcune strutture scolastiche in un determinato periodo storico. Per di più, la nuova scuola servirà Cattolica per i prossimi 50, se non 100 anni: il progetto deve guardare al futuro, e non al passato.
Nel gergo urbanistico – prosegue la nota – questa idea deriva dal cosiddetto zoning (o zonizzazione): nato con il Movimento Moderno negli anni Trenta, prevede che ad ogni zona della città corrisponda una funzione specifica (residenziale, industriale, terziaria). La zonizzazione ha mostrato nella pratica notevole rigidità per la separazione delle destinazioni d’uso, che porta ad uno sviluppo urbano eccessivamente monofunzionale, nonché numerose criticità: incremento degli affitti, estensione a macchia d’olio dell’edificato, consumo di suolo, necessità di infrastrutturazione, problemi di trasporto, aumento del degrado urbano. Esempio classico di zoning è la terziarizzazione dei centri storici mentre a Cattolica è evidente nell’eccessivo focus della zona mare sul turismo, con vie pressoché deserte nei mesi autunnali e invernali.
Da decenni ormai, l’urbanistica promuove una città a misura d’uomo (come la città dei 15 minuti, dove ogni servizio può essere raggiunto a piedi in un quarto d’ora dalla propria abitazione—a Cattolica, sarebbero di fatto 5 minuti). In tutto il mondo, la tendenza degli enti locali è verso questa direzione: chiusura dei centri storici al traffico, pedonalizzazioni, piste ciclabili, servizi diffusi.
Oltre a rompere la sinergia con il Centro Culturale Polivalente e con il teatro, lo spostamento della scuola Repubblica – continua Cattolica Futura – svuoterà il quartiere di un servizio di prossimità che, oltre a servire le famiglie residenti nel centro, funge da cardine per le attività economiche della zona nonché da aggregatore di relazioni sociali. La scuola è, infatti, un punto fermo, inamovibile: non è detto che, a causa della digitalizzazione e dei mutamenti economico-sociali, nella stessa area rimangano gli altri servizi ad ora presenti, come ad esempio le poste, la banca o, persino, il supermercato. Una scelta del genere avrebbe un effetto dirompente nel quartiere per i prossimi decenni generando un processo inarrestabile di impoverimento e di degrado urbano—come tra l’altro accaduto nell’area Mare Nord (in particolare, in via del Prete), che fino gli anni Novanta ospitava diverse scuole.
D’altronde, diversi studi urbanistici dimostrano che un quartiere debba essere vissuto quante più ore della giornata possibili per ridurre degrado, aumentare la sicurezza, disincentivare l’impoverimento sociale e la migrazione delle funzioni—al contrario di ciò che avviene con la zonizzazione, dove il quartiere viene vissuto solo in alcune parti della giornata. Le alternative prospettate via via dal Comune di Cattolica per sostituire la scuola Repubblica – conclude il gruppo di Cattolica Futura – vanno nella direzione opposta — un palazzo di appartamenti o una RSA — oppure risultano troppo fumose per poter essere analizzate nel contesto — un centro civico”.