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No beni di prima necessità nei centri commerciali in festivi e prefestivi, proteste

Per la prima volta dall’inizio della pandemia, anche in Emilia Romagna per i consumatori non sarà possibile accedere a beni di prima necessità – come pannolini, assorbenti o carta igienica – nei centri commerciali durante giorni festivi e prefestivi: ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Confimprese e Federdistribuzione esprimono preoccupazione per le implicazioni che le nuove limitazioni contenute nel nuovo Dpcm, che moltiplica il rischio di assembramenti e crea immotivati ostacoli ai cittadini: “La chiusura dei centri commerciali favorisce il rischio assembramenti e ostacola l’accesso ai beni di prima necessità”.

“Due sono i principali effetti negativi di questa misura: in primo luogo, la chiusura dei punti vendita non alimentari dei centri commerciali nei giorni festivi e  pre-festivi del periodo natalizio è una grave limitazione al servizio dei cittadini, una misura contraddittoria rispetto all’obiettivo della prevenzione sanitaria, anche solo per l’inutile aggravamento degli assembramenti che si creeranno negli altri giorni e nei centri cittadini, oltre a creare un serio danno per migliaia di operatori. Il secondo elemento è l’incertezza generata dalle interpretazioni restrittive delle attività di vendita dei supermercati e ipermercati nei centri commerciali con il divieto di vendere prodotti non alimentari presenti sugli scaffali, limitando l’accesso a beni di prima necessità quali assorbenti femminili, pannolini per bambini, carta igienica, prodotti per l’igiene personale o per la cura della casa”.

“I centri commerciali sono strutture sicure che applicano misure e controlli stringenti sin dalle prime fasi dell’emergenza. La tutela della salute è, infatti, un valore e un impegno al quale le aziende rappresentate in ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Confimprese e Federdistribuzione hanno sempre dimostrato totale adesione, dandone dimostrazione sin dall’inizio della pandemia, attenendosi in maniera scrupolosa alle prescrizioni di legge e attivando ulteriori misure di sicurezza e sostegno a cittadini e lavoratori impattati dall’emergenza Covid”.

Le Associazioni del commercio chiedono quindi con urgenza un intervento di modifica delle norme contenute nel Dpcm, eliminando le limitazioni agli esercizi che operano nei centri commerciali. “Un intervento – scrivono – che produrrebbe un vantaggio per i consumatori, per le imprese e per la salute pubblica, riducendo il rischio degli assembramenti”.

 

 

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