La scelta di mettere l’Emilia-Romagna in zona arancione due settimane fa? Al presidente della Regione era sembrata “un po’ curiosa – ammette – ma lei ha sentito una mia dichiarazione polemica? Ci siamo dati da fare per cercare di rispondere alle inquietudini e ai bisogni dei cittadini”. Stefano Bonaccini ritorna oggi, durante un’intervista a Unomattina, sulla decisione del Governo ammettendo di essere stato preso in contropiede.
La recente frenata dei contagi e soprattutto dei ricoveri fa pensare ad un ritorno in zona gialla per l’Emilia-Romagna: “Ci sono 400 contagiati in meno – spiega il governatore –, abbiamo addirittura il segno meno nei ricoverati sia in terapia intensiva che in reparti Covid. Le misure restrittive stanno cominciando a funzionare”. Ma su un allentamento delle misure anti-Covid nel periodo di Natale “si sta valutando, avremo una conferenza delle Regioni la prossima settimana”.
Ma Bonaccini invita alla cautela: “Credo che occorra contemperare due esigenze, da un lato evitare chi diventi una pandemia economica e sociale, ma certamente va evitato il liberi tutti, perché siamo ancora dentro la curva pandemica”. Per il presidente c’è ancora tutto il tempo per decidere: “Il tutto andrà valutato rispetto al reale andamento. Siamo ancora a fine novembre, ci sono ancora un po’ di giorni per valutare quale può essere la condizione di equilibrio migliore, mettendo la salute al primo posto. Se qualche apertura ci può essere va fatta nella miglior sicurezza possibile”.
Secondo Bonaccini, non possono però essere le regioni a gestire la sanità, ma servono decisioni corali da parte del Governo: “Se uno viene bocciato a scuola non è che si fermano quell’anno anche tutti gli altri. Non vorrei che se qualche regione negli anni ha fatto peggio di altre, si dovesse dire che bisogna non lasciare gestire alle regioni che vanno bene la sanità”. Secondo il governatore “bisogna fare le cose insieme”, con decisioni e linee guida a livello nazionale, “ma poi bisogna che ognuno si prenda la responsabilità di quello che fa”. In particolare, dice Bonaccini a proposito della crisi del modello lombardo, “non mi permetto di giudicare la Lombardia. Ma in campagna elettorale ho difeso il modello emiliano-romagnolo, non perché non ci siano eccellenze in Lombardia, ci mancherebbe, ma perché noi abbiamo una medicina più tarata sul rafforzamento territoriale”.
(Agenzia DIRE)