I.P.
Tesla ha rilasciato il suo secondo rapporto sull’impatto ambientale a quasi un anno di distanza dal primo“Impact Report” rilasciato nel 2019. In questa nuova versione, la casa di produzione di automobili innovative ha ampiamente coperto nuove aree d’interesse, aggiungendo nuovi e sorprendenti dati sull’efficienza, suelle emissioni e tanto altro. Inutile dire quanto questo rapporto abbia potuto influire positivamente sul pacchetto azionario dell’azienda, che si trova in una posizione ideale. In effetti per chi volesse comprare azioni Tesla, questo è decisamente il momento migliore, specialmente visto come il marchio si pone a confronto di altre case automobilistiche. Giusto per fare un confronto diretto, la Ford Motor Co. produce ben 4,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, confrontate alle sole 150.000 tonnellate della ben più ecologica ed ecosostenibile Tesla.
Gli obiettivi del secondo rapporto Tesla
Poco dopo aver annunciato la sua nuova batteria da 1,6 milioni di km, la società di Elon Musk specializzata nella produzione di automobili elettriche e sistemi di stoccaggio energetico ha pubblicato il nuovo rapporto. Lo scopo è in questo caso quello di misurare l’impatto ecologico e sociale che i suoi prodotti e la sua catena manifatturiera hanno sull’ambiente e sulla comunità. Secondo il loro ultimo rapporto, lo scopo stesso dell’esistenza di Tesla non è tanto quello di vendere automobili (anche se è chiaramente pensiamo tutti si tratti di un fattore fondamentale!) ma di accelerare la transizione del pianeta verso la sostenibilità energetica. In quest’ottica, la trasparenza è parte fondamentale del percorso dell’azienda del magnate Canadese.
Emissioni a confronto: produzione e ciclo di vita dei veicoli
Piuttosto che focalizzarsi unicamente sulle emissioni generate dalla catena di produzione, gli esperti che hanno stilato il rapporto hanno evidenziato come sia importante sottolineare la totalità dell’impatto ambientale dei prodotti Tesla. In effetti, la maggioranza delle emissioni generate dai veicoli in circolazione oggi non avviene durante la fase di produzione, ma nel momento stesso in cui i consumatori iniziano a guidarli. In effetti questa precisazione appare doverosa, visto che emerge chiaramente come la catena di produzione Tesla produca più emissioni per la produzione dei suoi veicoli rispetto a quella necessaria per la fabbricazione di una automobile classica di cilindrata equivalente. Tuttavia, questo incremento sarebbe compensato più che ampiamente e perfino sorpassato dall’utilizzo dei veicoli durante il loro ciclo di vita.
Nel dettagliatissimo rapporto vengono messe a confronto le emissioni durante la fase di produzione e per tutto il ciclo di vita del veicolo, paragonando le diverse fonti energetiche a disposizione di queste modernissime auto. In effetti, è interessante notare come l’utilizzo che si fa del veicolo e la sua longevità svolgono un ruolo fondamentale nel determinare la produzione di emissioni. Un esempio su tutti? Utilizzare i veicoli per il car sharing o il ride sharing riduce in modo significativo le emissioni per chilometro.
Lotta alle fake news
Una delle sezioni certamente più interessanti del nuovo rapporto è quella che Tesla ha dedicato al cosiddetto “debunking” ovvero a sfatare le varie “fake news” sull’auto elettrica. In effetti, è in circolazione un vasto numero di falsi miti, in buona parte sostenuti da altri rapporti contententi informazioni errate, distorte, o direttamente mendaci. Un esempio su tutti? Sostenere che i veicoli elettrici abbiano bisogno di cambiare spesso le loro batterie come un banale telecomando!
Conclusione
Il secondo rapporto Tesla 2019 è certamente un interessantissima disamina dell’impatto sociale ed economico dei veicoli elettrici di nuova generazione. I suoi contenuti infatti ci svelano tutto il potenziale di questa tecnologia rivoluzionaria, che presto potrebbe rappresentare il punto di svolta per un mondo che ha sempre più bisogno di prendere le distanze dalla sua dipendenza dai combustibili fossili.