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Ecco perché l’Arboreto di Mondaino ha conquistato l’oscar del teatro italiano

Il Premio Ubu 2016 per il teatro, giunto alla trentanovesima edizione, annovera tra i tanti vincitori anche l’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino che in compagnia di altri cinque premiati nelle diverse categorie ha consacrato l’Emilia Romagna come la regione italiana con il medagliere più ricco. Per l’associazione di Mondaino si tratta di un riconoscimento non da poco. I vincitori sono stati proclamati il 14 gennaio dall’Associazione Franco Quadri, che organizza la il Premio dal 2011, anno in cui è scomparso il noto critico teatrale e giornalista ideatore, nel 1978, della prima edizione. Affermatosi nel corso degli anni come l’Oscar del teatro in Italia, il Premio Ubu è considerato attualmente uno dei più prestigiosi riconoscimenti per attori, compagnie e associazioni italiane e non.

Il Premio è assegnato su base referendaria da una giuria composta dai più autorevoli critici in materia. Possono partecipare tutte le compagnie operanti nella stagione teatrale di riferimento. Vengono assegnati annualmente più premi, suddivisi in 11 categorie che spaziano dallo “Spettacolo dell’anno” alla “Migliore regia”, passando per il “miglior allestimento scenico” e il “migliore spettacolo straniero presentato in Italia”. A questi si aggiungono i tre premi speciali, di questi, uno è stato assegnato all’Arboreto – Teatro Dimora.

A Mondaino, non lontano dal confine con le Marche, un piccolo teatro costruito in legno e pietra affiora su una piccola collina, immerso nel verde. Nei paraggi non lontano dal paese un bosco di nove ettari ospita specie arboree protette. Poco distante, durante tutto l’anno artisti anche molto giovani, attori, registi soggiornano presso una foresteria in grado di garantire 25 posti letto e ampi spazi da dedicare ad attività di laboratorio, studio e creatività. Sono le strutture gestite da l’Arboreto, che nel corso di quasi vent’anni si è contraddistinto come una delle realtà più dinamiche ed attrattive nel panorama teatrale italiano per l’offerta che può vantare: non solo performance spettacoli, con spettatori e attori in contatto diretto, come nella classica definizione di teatro, ma anche laboratori spazi per lo studio e la creazione e per la residenza di compagnie che arrivano da ogni parte dell’Italia.

Ogni premio che si rispetti, dal Nobel agli Oscar viene assegnato con una precisa motivazione. Non è dunque un caso che l’Arboreto di Mondaino sia stato premiato per essere un  “centro di ricerca teatrale tra i più attivi e dinamici d’Italia, che sin dalla sua fondazione, nel 1998, riflette sul concetto di residenza, negli ultimi vent’anni divenuto sempre più centrale nel processo di creazione artistica. Rivolto ai giovani, è un laboratorio permanente che stabilisce un nesso diretto tra creatività e territorio, inserito com’è in un bosco di nove ettari, dove nel 2004 è stato costruito anche il Teatro Dimora, ora principale sede delle molteplici attività del centro”. .

A proposito del Premio Ubu, della storia e del presente e del futuro dell’Arboreto abbiamo fatto qualche domanda al direttore dell’associazione Fabio Biondi.

Fabio Biondi

Fabio Biondi

Siete partiti nel 1998, la storia dell’Arboreto è lunga quasi vent’anni. Il Premio Ubu gliel’ha riconosciuta. Singolare però come l’associazione Franco Quadri guardi anche alle prospettive future delle realtà che premia. Del resto l’Arboreto stesso si è sempre speso nei laboratori e nei progetti che guardano all’innovazione e ai tempi che devono ancora venire. È stato un traguardo importante per voi?

“Il Premio Ubu è quello più importante dedicato al teatro in Italia, non è un caso che lo chiamino l’Oscar del teatro, non neghiamo che per noi sia stato un sogno ricevere questo riconoscimento. Ma va detto che ad essere stata premiata è l’intera comunità di Mondaino. Vent’anni fa l’amministrazione comunale ci ha donato un bosco di circa 9 ettari. La guardia forestale studiava i processi di crescita delle giovani piante, circa seimila, noi abbiamo avuto l’intuizione di ospitarvi giovani artisti provenienti da tutta Italia e non, mettendoli in condizione di crescere. E di farlo a stretto contatto con la comunità, con gli abitanti di Mondaino. I nostri progetti, le nostre proposte (spettacoli, performances, attività di laboratorio) sono sempre stati sostenuti da questa bella comunità anche quando non hanno coinvolto nomi noti”.

“Questo significa che c’è un rapporto di fiducia consolidata tra noi e Mondaino. Da qui sono passati non solo i giovani e gli emergenti ma anche artisti affermati che li hanno aiutati a crescere. Si tratta di persone che sono state invitate a vivere a Mondaino e ad abitare a Mondaino. E i residenti di questo bellissimo paesino ne sono entusiasti. Noi ragioniamo sugli spazi ma soprattutto sul tempo, nel momento in cui chi passa di qui soggiorna spesso anche per molti mesi. Il bosco, il teatro in pietra e legno edificato ed inaugurato ex novo nel 2004, la foresteria attrezzata per fare alloggiare gli artisti che passano di qui e il paese stesso sono naturalmente gli spazi. Tempo e spazio insieme fanno si che l’arboreto si sia affermato come un centro di ricerca di laboratorio, tra le eccellenze italiane in questa direzione”.

“Non si tratta solo di un teatro, fatto di stagioni e spettacoli, che comunque proponiamo nel nostro teatro immerso nel verde, frequentato da spettatori che provengono d tutta l’Italia ma di una realtà viva in continuazione che offre le migliori condizioni per soggiornare con l’obiettivo di lavorare sul processo creativo e produttivo, quello che viene prima del teatro come lo si conosce ovvero la fondamentale esperienza del contatto diretto tra pubblico e attori. Il teatro come lo conosce il pubblico, quindi, che richiede una lunga preparazione e un lungo processo creativo sempre frutto di esperienze collettive vissute dagli artisti, dagli attori dai registi, da chiunque sia coinvolto nella creazione dell’opera in sé. E, Premio Ubu a parte, da tempo anche il MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ndr) da tempo riconosce l’Arboreto e più in generale Mondaino, per le ragioni che spiegavo prima, tra le eccellenze italiane, per quel che riguarda il concetto di residenza”.

Ecco, appunto. Ci spiega cosa è una residenza teatrale ?

“Proprio seguendo il filo del discorso cominciato prima mi viene da rispondere così: la residenza è uno spazio e un tempo. Gli artisti vanno in luogo, come può essere un paese, in questo caso Mondaino, abitandoci, vivendoci, diventando – temporaneamente- residenti. Lavorando, naturalmente, sulla sperimentazione, sulla ricerca e quindi sulla produzione di uno spettacolo teatrale. Ad esempio al momento, l’Arboreto e la comunità di Modaino sono in queste settimane la residenza del teatro Valdoca per lavorare su uno spettacolo che debutterà al Teatro Bonci della vicina Cesena. A Mondaino la grande partecipazione della comunità, dagli abitanti, consolidata in un rapporto di fiducia continuativo permette anche un dibattito sulle proposte. E quindi chi lavora e sperimenta a Mondaino può contare sulle critiche e sui suggerimenti, ma anche, ovviamente, sul sostegno di un’ampia cerchia di persone che non per forza sono operatori di settore. La residenza è un tempo sospeso, in definitiva, dove non dici chi sei ma attraverso cui cerchi di capire dove andare”.

Quali sono i prossimi progetti?

“Noi siamo aperti tutto l’anno, dal 6 gennaio al 20 dicembre, anche quando , come in questi giorni c’è la neve ed è molto difficile lavorare a pieno ritmo. Per questo ci sono diversi progetti e devo dire che sono tutti importanti. Per citarne uno mi ricollego a quello cui accennavo prima: attualmente il teatro Valdoca è a Mondaino e ci rimarrà per tre mesi. Il regista Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri, grandissima poetessa e scrittrice -fondatori del teatro Valdoca- e un gruppo di ragazzi molto giovani sono temporaneamente residenti qui per lavorare ad uno spettacolo che debutterà al Bonci di Cesena. Jacopo Quadri, con una troupe, sta girando un film coinvolgendo anche Mondaino per seguire il processo creativo e produttivo di questo spettacolo”.

Enea Conti

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