“Dopo l’aggressione verbale del sig. Paesani nei confronti della lavoratrice presente in piazza il 12 novembre abbiamo ritenuto doveroso prendere parola con un blitz sotto agli uffici di Federturismo, in piazza Cavour”: così gli della campagna “Mai più sfruttamento stagionale”, che si sono presentati con slogan e cartelli sotto la sede riminese di Confindustria, cui appartiene Federturismo e alla quale è associato il “Movimento Imprese Ospitalità” capeggiato da Lucio Paesani.
Spiegano gli attivisti: “La seconda ondata di contagi di Covid-19 è arrivata da alcune settimane, seguita da numerose misure di chiusura di attività e limitazione delle libertà personali; anche questa volta quei settori che vivono di turismo, intrattenimento e ristorazione hanno subito un nuovo stop, con effetti sulle condizioni economiche di chi vi lavora. In molte città abbiamo visto manifestazioni o proteste molto eterogenee dal punto di vista sia della composizione sociale, che delle rivendicazioni e delle forme di protesta”.
“Nella nostra città tra le poche iniziative pubbliche ha avuto risalto per varie ragioni quella dell’associazione di categoria “Movimento Imprese Ospitalità” di Federturismo, legata a Confindustria. Un aspetto che caratterizza molti di questi “movimenti” spuntati in Italia negli ultimi anni è il dichiarare di portare avanti gli interessi tanto dei lavoratori quanto dei padroni: peccato che la sera del 12 novembre, a Rimini in piazza Cavour, quando una lavoratrice è spontaneamente intervenuta facendo notare che se i dipendenti lavorano in nero o vengono assunti con contratti che permettono la retribuzione solo di parte dell’orario svolto non potranno ricevere nessun ammortizzatore sociale adeguato, l’organizzatore l’ha zittita brutalmente evidenziando coi fatti come la partecipazione di lavoratori e lavoratrici sia gradita fin quando siano disposti a stare in silenzio e farsi sfruttare”.
“E facendo risaltare il fatto che probabilmente se sei una giovane donna è meglio che tu taccia, e se non ti va bene verrai fatta tacere in modo poco gentile, dimostrando ancora una volta che la cultura sessista del nostro Paese è ben insediata in ogni strato. L’aspetto più significativo, per non dire allarmante, di tutta la faccenda è costituito dal fatto che associazioni di questo tipo, che ricordiamo composte esclusivamente o quasi da grandi imprenditori proprietari di esercizi commerciali legati alla ristorazione, all’intrattenimento o al turismo più in generale si riuniscono nelle piazze di tutta Italia per chiedere allo Stato ulteriori fondi e agevolazioni fiscali, insomma ogni tipo di misura finalizzata ad un unico scopo: impedire che i loro guadagni diminuiscano”.
“Stiamo parlando degli stessi personaggi che stanno cercando di occupare lo spazio pubblico in diverse parti del Paese, cercando di passare come la categoria più colpita dalla crisi sanitaria. Noi sappiamo quanto la situazione sia dura per tutti, ma che non lo è per tutti ugualmente: sappiamo bene a quanto ammontano i guadagni annui di queste attività, di quanta evasione fiscale sia caratterizzata l’economia del nostro Paese e del nostro territorio, di quanto siano le paghe da fame e lo sfruttamento intensivo dettato dagli imprenditori nei confronti di chi lavora a tenere in piedi questo sistema garantendone i profitti”.
“Noi lavoratrici, lavoratori, attivisti della campagna “Mai più sfruttamento stagionale” non stiamo zitti. Soprattutto dopo una stagione come quella del 2020, caratterizzata da una durata ridotta a due mesi scarsi, con effetti pesanti non solo sul reddito guadagnato ma anche sulla Naspi percepita dai lavoratori stagionali, riteniamo sia arrivato il momento di stanziare un reddito permanente, che trovi le proprie risorse nella tassazione dei grandi capitali e delle ricchezze che esistono in questo Paese, ma che attualmente rimangono intoccate”.
“Riteniamo doveroso esprimere la nostra solidarietà alla ragazza che ha subito un’imbarazzante prevaricazione da un uomo molto più grande ed influente della nostra zona, solo per aver evidenziato pubblicamente pubblicamente una realtà che deve rimanere un tabù, il proverbiale segreto di Pulcinella: che il lavoro stagionale è solo sfruttamento. Evidenziando coi fatti…
Come lavoratori, stagionali e non, dobbiamo mobilitarci e unirci per ottenere:
– RISPETTO DEL CCNL
– ADEGUAMENTO DI SALARI CON ISTITUZIONE DEL SALARIO MINIMO A 9 EURO LORDI L’ORA
– DIRITTO A SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO
– REDDITO GARANTITO PER FAR FRONTE ALL’EMERGENZA”.