Una vernice “anticovid” in grado di abbattere sensibilmente carica virale del nuovo coronavirus responsabile della pandemia mondiale in atto oramai da più sette mesi. Eccolo il nuovo prodotto che il colorificio Mp di Viserba di Rimini sta testando in collaborazione con il Tecnopolo dell’Alma Mater Studiorium sede di Rimini e con il Politecnico di Torino che laboratori specifici per poter svolgere le verifiche, ancora in corso d’opera, sulla reale efficacia della pittura. Lo studio, per la cronaca, ha ottenuto i finanziamenti della Regione Emilia Romagna sull’innovazione tecnologica per abbattere l’epidemia.
Ma che cosa significa vernice “anticovid”? Non parliamo di sostanze miracolose. Nei barattoli, quando e se saranno messi in commercio al termine della fase di studio, ci sarà – appunto – una pittura e non di certo un uovo di Colombo. A spiegarci che cosa la caratterizza è Fabrizio Moretti, l’amministratore delegato dell’azienda che ha sede a Rimini Nord.
Una premessa è d’obbligo. “Questa vernice, che – voglio sottolinearlo – è ancora in fase di sviluppo rientra comunque nel novero delle pitture fotocatalitiche. Il Colorificio Mp le ha commercializzate a partire dal 2004. Parliamo di vernici in grado di abbattere microbatteri e inquinamento derivato da sostanze organiche”.
Come funziona il processo di fotocatalisi? “La materia prima che lo permette è il biossido di titanio fotocatalitico. Se la vernice riceve luce artificiale o naturale grazie alla presenza di questo semiconduttore, si attiva un processo in grado di ridurre la presenza di agenti patogeni“. Un processo dunque noto e già ampiamente sfruttato per purificare aree e superfici. Ora, spiega ancora Moretti la sfida è renderlo efficace nella lotta al virus. “Per farlo stiamo testando l’incremento nel prodotto di ulteriori materie prime perché il processo di fotocatalisi sviluppi le massime potenzialità“.
Immaginiamo ora che il prodotto superi tutti i test e che venga immesso sul mercato vantando proprietà anticovid. Quale sarebbe il ruolo della vernice nella lotta al virus? “Se il processo di fotocatalisi si rivelerà efficace nell’abbattere la carica virale la superficie non sarà contaminata dal coronavirus“. Il riferimento è – come spiegano anche virologi ed epidemiologi – al rischio di contagio da coronavirus che come è oramai noto può avvenire inalando i cosiddetti “droplets”, le goccioline infette emesse dai pazienti già positivi ma anche toccando superfici contaminate e toccandosi – ad esempio – il volto, gli occhi, il naso o la bocca.
“Ci sono competitor – ammette Moretti – che hanno raggiunto l’obiettivo che ci siamo prefissati e noi contiamo di riuscirci entro febbraio“. Il Colorificio Mp è attivo sul mercato italiano ma esporta ance in una ventina di Paesi esteri le proprie vernici. “Produrre questa vernice consentirebbe all’azienda di svilupparsi in maniera ampia sul mercato e essendo il Colorificio da sempre attento alla responsabilità sociale esterna, ne saremmo anche orgogliosi“. La sfida, va aggiunto, non è di poco conto. “Le vernici fotocatalitiche le commercializziamo da 16 anni e non hanno avuto un gran successo perchè non c’è mai stata sensibilità sulle problematiche che questi prodotti contribuiscono a risolvere – conclude Moretti – Con questo nuovo prodotto, se tutto andrà bene, ci aspettiamo un salto di qualità. Certo il costo è quasi doppio alle vernici tradizionali”.
Capitolo investimenti. Per realizzare e testare la nuova vernice l’azienda ha ottenuto i finanziamenti della Regione Emilia Romagna che copriranno l’80% del totale pari a 110.000 euro.