La voce stregata
di un giovane dissanguato
maledice
la peste del progresso moderno
ed elenca gli aspetti
qualificanti la catastrofe:
le promesse tradite
dei fascisti-comunisti,
la corruzione dei democraticamente
eletti, l’ipocrisia
del clero, le colonizzazioni,
i terroristi islamici,
l’alienazione delle masse,
le nevrosi individuali,
gli scioperi e le serrate,
i gas lacrimogeni,
i magistrati di parte,
l’aumento del prezzo
dell’eroina non tagliata…
lo faccio tacere
e gli chiedo di smettere
di piangersi addosso:
“Vieni con me
e con i miei alleati-amici
a praticare
la bellezza insurrezionale…
da rottame subumano
ti trasformerà
attraverso la ribellione
permanente.
Già domani
la città ti parrà diversa
nella luce del mattino”.
La gente passava.
Io comperai delle arance
e del detersivo.
Tomaso Kemeny (Budapest [Ungheria], 1938)