“Durante il Consiglio comunale di San Leo di giovedì scorso, 29 ottobre, abbiamo assistito con soddisfazione ad un ripensamento rispetto la revoca unilaterale dall’Unione di Comuni Valmarecchia, tuttavia – dichiarano I Consiglieri comunali Alessandro Tosarelli, Loris Camorani, Gianluca Campidelli, Francesca Mascella – si sono consumati due preoccupanti segnali: il rigetto del sostegno alla Legge Zan, una legge che nasce per contrastare violenze e discriminazioni sulle donne e sulle persone LGBT, e inoltre la bocciatura del regolamento sulla diffusione in streaming delle sedute del Consiglio, l’unico modo, soprattutto in epoca di COVID, per molti cittadini e cittadine per conoscere in diretta le attività del comune. La diretta in streaming permetterebbe in futuro anche alle persone con difficoltà di spostamento e con disabilità di seguire i lavori del consiglio, una buona prassi ormai adottata pressoché universalmente e a costo zero.
Su invito del primo firmatario Alessandro Tosarelli, il relatore On. Alessandro Zan del PD ha rivolto al Consiglio di San Leo un’esortazione in cui si legge: “questa legge serve a tutti, non soltanto alle persone LGBT, perché è una legge di civiltà: ogni volta che si fa un passo avanti per il riconoscimento dei diritti civili, questo va a beneficio di tutta la società”. Contro questa visione alta e nobile del diritto abbiamo sentito come argomento che in dieci anni sarebbero stati “solo” 212 i casi di violenza omo-transfobica. Al contrario, come giustamente sottolineato dal consigliere Federico Giorgi a sostegno del proprio voto favorevole, è “incredibile come si debba ancora parlare di queste discriminazioni benché le si vedano quotidianamente anche per strada, anche un solo caso è comunque troppo”. Il dato peraltro è solo parziale – proseguono i consiglieri firmatari dell’ordine del giorno – perché tra 2019 e 2020 sono risaltati alle cronache 138 casi, di cui 31 aggressioni, varie anche nella provincia di Rimini. Peraltro è ben noto che il dato è gravemente sottostimato perché riguarda solo chi denuncia, moltissime sono le persone che non denunciano per paura di non essere ascoltate o perché ricattate dalla famiglia o sul lavoro.
Sarebbe stato davvero bello, come dichiarato dalla senatrice Monica Cirinnà in un messaggio rivolto al Consiglio di San Leo a sostegno della delibera, che “un Comune si metta al fianco della comunità LGBT+ e delle donne che subiscono odio discriminazione e violenza è davvero un bel segnale di prossimità democratica alle necessità delle persone”. Questo purtroppo non è successo.
Ringraziamo le molte cittadine e cittadini che in questi giorni ci hanno confermato la vicinanza e il sostegno per il nostro impegno in Consiglio ed espresso il loro sdegno per quanto accaduto. La delibera rigettata ci avrebbe consentito schierarci dalla parte della civiltà dopo che anche sul nostro territorio si sono insinuati purtroppo discorsi d’odio e disprezzo di cui si sente ancora l’eco. La proposta di legge Zan non limita l’espressione delle persone – continua la nota dei consiglieri comunali – ma al contrario garantisce a una molteplicità di soggetti fragili di poter esprimere pienamente i propri affetti, la propria vita, la propria condizione, una libertà a oggi gravemente limitata da stigma e violenza che impregnano ancora la società.
Ringraziamo anche le altre personalità che si sono espresse a favore del voto in consiglio. La presidente del Consiglio regionale Emma Petitti nel suo messaggio, sottolinea che “con l’inclusione della disabilità si completa un percorso e il ‘pdl Zan’ diventa davvero un testo che tutela tutte le fasce vulnerabili. Ciò è pienamente in linea con lo spirito del progetto di legge, che ha come obiettivo di portare avanti una cultura dell’inclusione e del rispetto e di proteggere tutte le categorie più esposte a discriminazioni e violenze”.
La consigliera regionale Nadia Rossi nel suo messaggio ha ricordato che “la Legge Regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e l’identità di genere, votata tra le difficoltà nel luglio 2019 e fortemente voluta da chi scrive, è stata solo il primo passo per un cambiamento che deve essere strutturale”.
Il presidente di Arcigay della provincia di Rimini Marco Tonti richiamando l’ultimo caso di cronaca avvenuto a Genova, dove una giovane ragazza si è trovata l’auto danneggiata da quei vicini che ogni giorno la infamano perché lesbica, dichiarava che “opporsi a questa legge è un atto umano e politico menzognero e di profondo squallore”.
I Consiglieri comunali di San Leo firmatari dell’Odg, Alessandro Tosarelli, Loris Camorani, Gianluca Campidelli, Francesca Mascella
Approfondimenti:
Dal costante lavoro di monitoraggio e contrasto alle discriminazioni da parte delle associazioni LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans) emerge in particolare che in Italia i fenomeni dei discorsi d’odio, dell’istigazione alla discriminazione e della violenza basati su sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, per il considerevole numero degli episodi e per la crudezza degli stessi, assurgono al rango di vera e propria emergenza nazionale.
L’ultimo report redatto da ILGA Europe (Associazione LGBT europea che si occupa di diritti civili) conferma per l’Italia un trend preoccupante, fanalino di coda in Europa, al 35-esimo posto per accettazione sociale nei confronti delle persone lgbt e per una legislazione ancora arretrata sul fronte dei diritti civili. Nonostante i crimini d’odio omofobico non siano monitorati dallo stato, i casi di cronaca registrati mostrano come nel 2019 se ne sia registrato un aumento del 40% rispetto all’anno precedente. Inoltre è evidenziato che eventi patrocinati da partiti politici populisti di destra come la Lega, hanno contribuito all’aumento dell’odio contro le persone LGBT e le loro famiglie.
Il Parlamento Europeo, con la risoluzione del 18 gennaio 2006 avente ad oggetto il fenomeno dell’omofobia, definiva la stessa come “una paura e un’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo”, proseguendo poi col considerare che “l’omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all’obiezione di coscienza”.
Con la medesima risoluzione il Parlamento Europeo rilevava che non tutti gli i Stati membri avevano introdotto nei loro ordinamenti misure atte a tutelare le persone LGBT (come invece richiesto dalle direttive 2000/43/CE e 2000/78/CE) ed invitava gli Stati, che ancora non si fossero dotati di tali misure, a farlo. L’Italia, fino ad oggi, non si è ancora dotata di una legge che punisca l’odio e la violenza animati da omolesbobitransfobia”.
Si riportano i contributi integrali ricevuti da rappresentanti di istituzioni e associazioni in sostegno all’approvazione dell’Odg.
“Caro Alessandro,
grazie per le tue parole e soprattutto per avermi voluto comunicare questa importante iniziativa da voi promossa.
È davvero fondamentale che si levi con forza, dal Paese, la voce di tutte e tutti coloro che credono ancora nella libertà e nell’eguaglianza, per un paese più giusto e inclusivo.
I Comuni, anche i più piccoli, sono presidio di democrazia e luogo in cui si costruisce e si consolida giorno dopo giorno, nelle piccole come nelle grandi azioni, la fiducia nelle istituzioni repubblicane e si alimenta la coesione sociale.
Che un Comune si metta al fianco della comunità LGBT+ e delle donne che subiscono odio discriminazione e violenza è davvero un bel segnale di prossimità democratica alle necessità delle persone, soprattutto nei giorni in cui alla Camera si sta lottando con tenacia per approvare la proposta di legge Zan.
Bene allora che anche San Leo gridi con forza che in Italia non ci deve essere spazio per l’odio.
In bocca al lupo e buon lavoro!”.
Sen. Monica Cirinnà, Senato della Repubblica – XVIII Legislatura
“Gentile Consigliere
Ringrazio per aver portato alla mia attenzione la proposta di delibera che contiene un ordine del giorno avente ad oggetto il sostegno all’approvazione della proposta di legge intitolata “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere”.
Sono oltre 30 anni che l’Italia attende una legge contro l’omofobia. Il ‘ddl Zan’ (dal nome del deputato che lo ha presentato) è stato approvato il 29 luglio 2020 in commissione Giustizia alla Camera. Il 3 agosto è iniziata la discussione generale in Aula poi interrotta dalla pausa estiva; proprio ieri è ripresa la discussione, tra l’altro con una novità di rilievo: la previsione dell’estensione delle previsioni degli articoli 604 bis e ter del Codice penale anche alle violenze e discriminazioni legate alla disabilità della vittima. Sono state così accolte le richieste avanzate da molte associazioni di persone con disabilità, e questo ha comportato anche una modifica al titolo della proposta di legge, che sarà esattamente “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità”.
Di fatto con l’inclusione della disabilità si completa un percorso e il ‘pdl Zan’ diventa davvero un testo che tutela tutte le fasce vulnerabili. Ciò è pienamente in linea con lo spirito del progetto di legge, che ha come obiettivo di portare avanti una cultura dell’inclusione e del rispetto e di proteggere tutte le categorie più esposte a discriminazioni e violenze.
Ricordiamo sempre che siamo in presenza di un dispositivo, che se diventerà legge non comporterà limitazioni alla libertà di espressione e di opinione, ma si limita a prevedere la punizione di coloro i quali compiano o fomentino azioni di odio e discriminazione basate sull’appartenenza di genere o dall’orientamento sessuale, contro le donne o contro la comunità LGBT e di disabili.
Un provvedimento che mira a superare un forte ritardo del nostro Paese in ambito europeo.
MI fa piacere che venga citata la Legge regionale contro le discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
L’approvazione arrivò alle 3,30 di una notte di fine luglio dello scorso anno, dopo una maratona di due notti e 40 ore di seduta, a seguito di un iter lunghissimo, partito alla fine dell’ultimo mandato del presidente Vasco Errani nel 2014 e arrivato al suo termine con l’approvazione definitiva del testo che oggi è diventato legge.
Il ‘cuore’ della norma regionale è chiaro e l’obiettivo pure: contrastare la violenza contro le persone gay, trans, lesbiche, bisessuali, queer, intersessuali, sostenendo in particolar modo le associazioni impegnate nel contrastare questi fenomeni e dando aiuto a chi ne diventa vittima.
Ora sta all’Italia compiere questo passo.
Ho letto l’ordine del giorno che sarà sottoposto al vaglio del consiglio comunale di San Leo, che di fatto sollecita e quindi appoggia l’approvazione del testo ora al Parlamento, impegnando l’Amministrazione comunale a promuovere, anche a livello locale, azioni di contrasto alla discriminazione e alla violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Azioni che ovviamente sono sempre positive, e l’opera di sensibilizzare verso i cittadini su queste tematiche dovrà essere sempre costante, perché parliamo di questioni di civiltà, di convivenza democratica tra le persone e del riconoscimento di diritti che sono sacrosanti.
Mi auguro ovviamente che l’odg sia approvato dal consiglio comunale e colgo l’occasione per ringraziare e porgere l’augurio di buon lavoro”.
Emma Petitti, Presidente Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna
“Vorrei cominciare con i ringraziamenti: un sentito grazie al Consiglio Comunale di San Leo, che tra i primi Comuni della Provincia di Rimini oggi discute un tema così importante e che mi sta così a cuore, dichiarando il proprio sostegno alla legge contro l’omotransfobia e la misoginia in discussione in Parlamento. Ringrazio la Rete RE.A.DY, Rete nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omotransfobia, che ha promosso con coraggio un’iniziativa condivisa a livello nazionale che sta raggiungendo i territori, da nord a sud, unendoli in questa battaglia difficile e preziosa.
Stiamo attraversando un periodo delicato per il Paese, per l’Europa, per il mondo. Ma è proprio in questi momenti che non si può abbassare la guardia sulla difesa dei diritti di tutti, soprattutto dei più vulnerabili: uguaglianza, libertà, dignità, sono ancora più importanti in una società che cambia velocemente. Ce l’ha ricordato Papa Francesco qualche giorno fa, con un messaggio potente che ha raggiunto anche chi non voleva sentire. “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere una famiglia”: siamo tutti noi a doverci battere per i loro diritti.
Martedì la Camera dei deputati ha rigettato le pregiudiziali di costituzionalità poste dall’opposizione, ieri ha approvato i primi cinque articoli del testo, che estendono la tutela anche alle persone con disabilità: il disegno di legge Zan prosegue il suo cammino, che va quindi incoraggiato e rafforzato senza sosta. In Emilia-Romagna, la Legge Regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e l’identità di genere, votata tra le difficoltà nel luglio 2019 e fortemente voluta da chi scrive, è stata solo il primo passo per un cambiamento che deve essere strutturale. Personalmente rivivrei ognuna di quelle 39 ore ininterrotte di discussione in Assemblea legislativa, ed alzerei altre migliaia di volte la mano, con forza, a sostegno di una legge di civiltà, che può garantire pieni diritti agli omo e transessuali. Purtroppo sono ancora troppe le persone della comunità LGBTQI che soffrono ogni giorno ingiustizie e comportamenti omofobi a loro danno, anche nella nostra Regione. È fondamentale quindi che i territori promuovano interventi volti a contrastare ogni discriminazione legata a sesso, identità di genere, orientamento sessuale, sostenendo un cambiamento prima locale e poi nazionale: diversità è ricchezza, va difesa e tutelata. Mi auguro che l’odierna discussione del documento e la sua positiva approvazione possano consegnare al Comune di San Leo un messaggio all’insegna dei diritti e dell’uguaglianza, per creare un territorio più libero e democratico”.
Nadia Rossi
Consigliera regionale Emilia-Romagna
“Sosteniamo con grande convinzione la proposta a prima firma del Consigliere Alessandro Tosarelli a sostegno dell’approvazione della legge Zan, una legge largamente necessaria. Le violenze omo-transfobiche sono all’ordine del giorno, e se anche dopo questi fatti fioccano le condanne praticamente non esistono strumenti nell’armamentario delle forze dell’ordine per prevenire questi crimini e queste violenze.
Discriminazioni e discorsi d’odio che giustifichino violenze nei confronti delle persone LGBT non possono essere più tollerati, e c’è da sorprendersi a scoprire che siano stati tollerati fino a oggi. Nel sistema legale italiano esistono già leggi che puniscono questo tipo di reato, per esempio per moventi razziali o religiosi, ma queste leggi hanno enormi lacune che oggi finalmente con la legge Zan possono essere colmate.
L’ultimo caso di cronaca è avvenuto a Genova, una giovane ragazza si è trovata l’auto danneggiata da quei vicini che ogni giorno la infamano perché lesbica. Chi dà loro il diritto di ritenere di poter infamare qualcuno? chi dà loro la libertà di pensare che sia una giusta punizione tagliare le gomme della sua auto? È il silenzio delle leggi a dargli questo diritto, è la titubanza di uno stato che non sempre tratta tutti i cittadini e le cittadine allo stesso modo o con adeguate protezioni. Si sentono lamentele su presunte limitazioni della libertà, ma incitare all’odio, perseguitare persone, aggredirle nella loro sfera esistenziale e materiale, non possono essere considerate libere espressioni. Chi sostiene queste ridicole tesi non è migliore del vicino che taglia le gomme alla giovane donna lesbica per punirla… di essere lesbica! Non è migliore umanamente ma è certo peggiore politicamente, perché in questo modo colpisce centinaia di migliaia di persone negando loro la necessaria tutela. Opporsi a questa legge è un atto umano e politico menzognero e di profondo squallore.
Sosteniamo quindi la proposta presentata dinanzi al Consiglio comunale di San Leo e ringraziamo sentitamente i consiglieri e le consigliere che hanno presentato la proposta, e quelli e quelle che voteranno a favore”.
Marco Tonti
Presidente Arcigay Rimini “Alan Turing”