“Sono inibite le feste, anche presso i domicili privati, fatta salva la regola della presenza contemporanea di un numero massimo di sei persone, che può essere derogato unicamente nel caso in cui i componenti siano membri di un unico nucleo di conviventi”: e con questo San Marino taglia al testa al toro, o meglio ad Halloween. Il decreto pubblicato oggi dal governo del Titano mette fine alle speranze di alcuni imprenditori della notte del riminese, che stavano cercando mi migrare all’ombra delle Tre Penne per organizzare le tradizionali feste del 31 ottobre.
Lo conferma Lucio Paesani del Coconuts: “Non stupisce che alcuni colleghi si siano informati per vedere se c’era questa possibilità. San Marino, a differenza dell’Italia, si è mossa in modo equilibrato. Ma San Marino è piccola e oggi si deve essere sentita come circondata da dieci buttafuori ed ha vietato le feste”.
I ristoranti, come anche lo sport privato e i congressi, però restano consentiti. “Appunto – prosegue Paesani – trovo incredibile che dei sindaci della provincia di Rimini si permmettano di interferire con uno stato sovrano. Hanno i loro referenti in Regione e a Roma, comandano loro, perchè, dopo che sono stati zitti otto mesi, se ne escono oggi per fare pressioni su di un governo estero perchè chiuda i ristoranti? Questi cercano capri espiatori e se la prendono con i più deboli. Cercano i nemici del popolo, ma noi invece vogliamo l’unità, basta invidia, basta divisioni”.
Ma resterrebe aperto anche di fronte ai numeri del contagio di oggi? “Che numeri? I numeri li danno tutti i giorni”, è la risposta”
Paesani domani sarà in piazza a protestare contro tutto questo e molto altro. In piazza Cavour alle 15 ci saranno gli aderenti ad Assointrattenimenti (Federturismo Confindustria) di cui il patron del Coconuts è presidente, il neonato M.I.O. (Movimento Imprese Ospitalità, “100 adesioni di operatori in una settimana”) e diverse altre sigle.
Rifiutano in tito le disposizioni del governo per combatttere l’epidemia di coronavirus. Chiedono di restare aperti “se le condizioni sanitarie lo permettono, il che non sta a noi valutare”. E se proprio devono chiudere, non vogliono “il 400% di niente”. E cioè, che i “ristori” non siano commisurati al fatturato di aprile, “quando la maggior parte delle discoteche non lavorano”, ma semmai alla differenza fra 2019 e 2020.
Spiega Corrado della Vista, albergatore e coordinatore delle Partite IVA Emilia Romagna: “Chiudere dall’oggi al domani significa rovinare le derrate, perdere prenotazioni, mettere in ginocchio un’attività che aveva fatto la sua programmazione. Solo con la cancellazione di Ecomondo a pochi giorni dall’inizio il danno è stato immenso. Per non paralre di feste, matrimoni, eventi”. E ancora: “Gli ecobonus devono essere allargati anche al settore turistico, finora gli alberghi sono esclusi. E il bonus vacanze, abbiamo bisogno di sapere subito se ci sarà o no anche nel 2021 e se per tutto l’anno, dobbiamo fare la nostra programmazione”.
Ma cosa avrebbe dovuto fare il governo? “Sapendo della seconda ondata non può riproporre gli stessi prvvedimenti di primavera. Sarebbe bastato aumentare le terapie intensive, rinforzare i trasporti pubblici, organizzare l’assistenza domiciliare. Tornare a chiudere e senza preavviso significa dare un colpo mortale all’economia”.
“Ci vuole un governo di unità nazionale – conclude Paesani – quello di adesso non ascolta nessuno, non si rende conto dei danni che fa”,