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Cattolica Futura su eolico: “Favorevoli ma con attenzione. Adottiamo una turbina?”

“Il progetto dell’impianto eolico offshore al largo della costa tra Cattolica e Rimini ha sollevato non poche polemiche: il Comune di Rimini lo ha recentemente definito un ecomostro e il Comune di Misano lo ha bocciato senza appello (il Comune di Cattolica non si è ancora pubblicamente esposto sul tema) mentre gli albergatori, in coro, si sono detti fortemente contrari. Il procedimento autorizzativo è ancora agli inizi: attualmente, è in corso la richiesta di concessione demaniale per lo specchio d’acqua nel quale dovrebbe sorgere l’impianto; se la richiesta dovesse andare a buon fine, ci sarà anche una valutazione di impatto ambientale”.

Questa la sintesi di Cattolica Futura sul dibattito in corso che vede come protagonista il progetto eolico offshore in mare a cui fa seguito con una serie di suggerimenti.

“La posizione di Cattolica Futura sul progetto, al di fuori di ogni demagogia, è tendenzialmente favorevole. Al contempo, è corretto che vengano attentamente valutate alcune istanze sollevate dalle comunità locali. In particolare, Cattolica Futura propone a Energia Wind 2020, la società che realizzerà il progetto, di:
• fornire come open data le informazioni raccolte dall’anemometro laser sulla velocità e la direzione del vento a diverse quota registrate tra il 2012 e il 2013 nell’area del possibile insediamento. Questo permetterebbe a chiunque di verificare la credibilità delle analisi effettuate dalla società relativamente al rendimento energetico
del progetto;
• finanziare una ricerca demoscopica sulla percezione dei turisti nei confronti del progetto, da svolgere ad esempio in capo al Center for Advanced Studies in Tourism – CAST di Rimini. Questo permetterebbe di valutare l’impatto sul turismo della presenza dei generatori, visibili all’orizzonte;
• dimostrare la solidità finanziaria dei soci partecipanti della società di scopo, illustrando ad esempio i progetti già sviluppati nello stesso settore. Questo permetterebbe di rassicurare sulla buona riuscita del progetto”.

“Recentemente, Energia Wind 2020 ha proposto delle modifiche progettuali che hanno ridotto il numero di generatori da 59 a 51 e aumentato la distanza minima (da Cattolica, si passa da 10 chilometri a 11,2). Il nuovo layout è stato accompagnato da una serie di rendering che mostrano l’impatto visivo del progetto. Se è vero che l’opera, in quanto offshore, occuperà una porzione di mare (si potrà comunque navigare tra i generatori), è anche vero che il mare non è nuovo al “costruito”: proprio al largo di Cattolica sono presenti acquacolture nonché piattaforme metanifere e relative condutture; gli scogli stessi rappresentano una forma di estensione dell’attività umana sul paesaggio marino, anche di forte impatto visivo. Ogni osservazione deve considerare, secondo Cattolica Futura, il progetto nella sua interezza, sia come impatto “fisico” sul territorio (che verrà in ogni caso valutato nell’ambito del procedimento autorizzativo) sia come impatto sulla produzione energetica. Se l’impianto produrrà effettivamente 700 GWh all’anno si tratta del 42% del fabbisogno provinciale dei consumi energetici, stimati da Terna in 1.653 GWh nel 2018 (la provincia di Rimini è molto energivora considerando l’industria del turismo”).

“Ciò premesso, Cattolica Futura chiede a Energy Wind 2020:
• di valutare, per quanto possibile e tenendo conto della fattibilità del progetto e dell’effetto sia sulla fauna marina sia sulle attività di pesca, un layout che minimizzi l’impatto visivo; ad esempio prevedendo una disposizione ad arco quanto più parallela alla costa, così da aumentare la distanza minima;
• di esplicitare la destinazione dell’impianto a fine vita commerciale e a termine della concessione demaniale, garantendo lo smantellamento oppure la cessione agli enti del territorio per una gestione interamente pubblica;
• di impegnarsi a restituire al Comune di Cattolica i proventi derivanti dalla produzione di energia elettrica di un generatore—come se l’ente “adottasse” una turbina beneficiando del suo valore produttivo (in aggiunta, ovviamente, alla produzione di energia rinnovabile che verrà comunque immessa nella rete nazionale); una soluzione simile fu adottata in Regno Unito agli albori della cooperativa Baywind Energy, con l’acquisto di due turbine di un impianto eolico vicino a Ulverston, un Paese sopra Liverpool. Ogni turbina, secondo le stime della società, potrebbe generare fino a 13 GWh/anno: dato il prezzo dell’energia all’ingrosso si parla di centinaia di migliaia di Euro l’anno convogliati verso la comunità locale”.

“Il cambiamento climatico è qui e ora. Non è più il tempo di tergiversare: ed è per questo motivo che ogni sforzo per accelerare la transizione energetica deve essere accolto favorevolmente e non con opposizioni ideologiche. Cattolica Futura è anche convinta che progetti imponenti come l’impianto eolico in questione debbano legarsi in maniera indissolubile al territorio, attraverso compensazioni da reinvestire nella comunità — sempre nell’ottica di combattere il cambiamento climatico — e competenze da spendere per la divulgazione sui temi dell’energia rinnovabile e della biologia marina”, conclude Cattolica Futura.

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