Era ricercato per violenza sessuale, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, rapina e furto. Una sfilza di reati commessi tutti tra il 2012 e il 2018 che gli erano valsi un mandato di cattura emesso dalla Procura Generale della Repubblica della Corte di Appello di Bologna. Lui, un giovane 29enne di origine marocchina si era dato alla macchia, ma nel pomeriggio di ieri ha incontrato sulla sua strada una pattuglia della Polizia di Stato.
Il giovane camminava ai margini della carreggiata della Via Tolemaide e una volante impiegata nel servizio di pattugliamento di routine del territorio gli era passata vicino. Lui, però, aveva subito mostrato segni di nervosismo tali da insospettire gli agenti rapidi nell’invertire il senso di marcia per sottoporlo a controllo.
Sospetti fondati, visto che il 29enne ha subito scavalcato una recinzione che sperava la carreggiata dai campi circostanti. Gli agenti hanno quindi imboccato una strada di campagna nel tentativo di raggiungerlo e il latitante, aveva iniziato a correre per i campi. I poliziotti sono stati quindi costretti a lasciare l’auto ai margini della strada e a lanciarsi in un inseguimento a piedi. Il giovane è stato fermato e arrestato. Ad attenderlo una cella del carcere i “Casetti” di Rimini dove dovrà scontare una pena di 6 anni e 6 mesi.
Lunga, come si diceva, la scia di reati di cui il giovane si era macchiato. Il più grave è quello di violenza sessuale ai danni di una giovane, nipote di una donna che – perlomeno fino a qualche anno fa – viveva al campo nomadi di Via Islanda. Era il 30 novembre del 2016 quando la ragazza, allora 30enne, era arrivata al campo nomadi. Dopo avere incontrato la zia le due avevano raggiunto la stazione di Rimini incontrando il 29enne ex latitante e un suo amico, entrambi marocchini, con cui avevano iniziato ad alzare il gomito bevendo alcolici.
Dopo aver perso l’ultimo autobus utile a riportarle al campo di Via Islanda le due avevano accettato l’invito dei due uomini a stare ancora con loro ma in un posto più caldo e appartato. Qui la zia della 30enne aveva però iniziato a litigare con l’amico del 29enne che aveva subito approfittato dell’occasione per invitare la ragazza ad appartarsi in un posto più isolato.
Ed è qui che si è consumata la violenza. Brutale e tale da far svenire la ragazza che stremata, la mattina del 31 dicembre aveva poi fatto ritorno al campo di Via Islanda dove ad attenderla c’erano il marito e la zia. Dopo aver tentennato la giovane ha raccontato quanto era successo e i due familiari l’hanno convinta a denunciare tutto alla Polizia che il 4 dicembre del 2016 era riuscita a rintracciare il suo violentatore. Che dopo mesi di latitanza è stato assicurato alla giustizia.