“Metteremo a posto la strada che porta a Sant’Agata Feltria da Sarsina, in modo da rendere più agevoli i collegamenti. Il primo cantiere è già aperto, ma ci sono altri quattro punti critici sui quali interverremo in un prossimo futuro”. Lo ha affermato pubblicamente Stefano Bonaccini, presidente della Regione, domenica scorsa a Sant’Agata Feltria, dove ha inaugurato la Fiera nazionale del tartufo bianco pregiato.
Si tratta di un’opera attesa dalla comunità dell’alta Valmarecchia per permettere un collegamento agevole anche con l’E45 e con la grande viabilità nazionale.
Perplessità sull’annuncio del Presidente della Regione arrivano dalla Lega con una nota i parlamentar della Lega, Jacopo Morrone e Elena Raffaelli.
“Il presidente Stefano Bonaccini nel tour propagandistico in Romagna ha promesso una montagna di risorse e la realizzazione di progetti alcuni dei quali, per la verità, aspettano da anni di essere conclusi o, addirittura, iniziati. Ovviamente sarà nostra cura verificare ogni cifra citata da Bonaccini e che effettivamente quanto dichiarato si traduca in opere concrete.
Tra i lavori indispensabili, continua il comunicato della Lega, alle infrastrutture romagnole, il presidente ha ricordato la Sarsina-Sant’Agata Feltria, un’arteria strategica per la viabilità locale. I lavori sono iniziati, come si apprende, solo nel primo di cinque lotti. Entro il 2024 la data di fine lavori, sempre secondo le previsioni di Bonaccini, che, per onestà intellettuale, avrebbe dovuto anche ricordare che questo progetto è frutto di una battaglia storica della Lega locale. Ma c’è un altro particolare che preoccupa. Il Governatore non ha citato, contestualmente, la ‘Marecchiese’ che, se non interessa direttamente Sant’Agata Feltria, è comunque l’unica via di comunicazione per almeno sei dei sette comuni della Valmarecchia, assolvendo la duplice funzione di collegamento tra l’alta Valmarecchia, la costa e le grandi arterie autostradali e tra Rimini e Sansepolcro. Un’arteria di importanza vitale anche per i nuovi insediamenti industriali in alta valle, che aspetta da oltre un trentennio di essere riqualificata e messa in sicurezza. La Regione, quindi, insieme a Province e Comuni, dovrebbe non solo avere una visione d’insieme del territorio, in questo caso della Valmarecchia, ma anche dare precise indicazioni alla popolazione interessata”.