Evasione fiscale, dipendenti assunti in nero, altri pagati con buste irregolari. La Guardia di Finanza di Rimini ha scoperchiato l’ennesimo vaso di pandora sul territorio riminese e ha indagato tre persone, un presta nome e due imprenditori – padre e figlia – nel settore della ristorazione, nella gestione delle slot machine delle tabaccherie e della locazione turistica degli immobili. Per loro, da oggi, è vietato qualsiasi esercizio dell’attività imprenditoriale in virtù di una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Rimini Manuel Bianchi che ha pure disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità per un valore di 1,3 milioni di euro. E sono stati posti i sigilli anche a 3 bar (due a Rimini 1 a Santarcangelo) di proprietà di padre e figlia, entrambi riminesi. Nei dettagli si tratta del bar, pizzeria, tabacchi e sala slot “Bigno” di Rimini, del bar antistante la stazione del Capoluogo romagnolo Otto e mezzo e del bar che a Santarcangelo si affaccia sulla Via Emilia “Autobar”.
Per la cronaca gli esercizi commerciali non resteranno chiusi ma affidati su ordine dell’Autorità Giudiziaria, ad un amministratore giudiziario appositamente nominato dal Giudice. Questo per evitare che molti dipendenti restino a casa.
Eccoli in sintesi i numeri dell’inchiesta Paper Moon, indagine coordinata dal Sost. Proc. Luca Bertuzzi e svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini. I 2 imprenditori e il prestanome avrebbero agito in base a uno schema truffaldino ben rodato. Alcune società preposte alla gestione dei rami aziendali maggiormente produttivi e strategici, dopo aver accumulato ingenti debiti fiscali, venivano “svuotate” di ogni asset aziendale a favore di altre società (sempre riconducibili ai medesimi attori della frode tramite la testa di legno indagata). Le società venivano poi cedute a persone nullatenenti in modo da rendere inefficaci le eventuali procedure di riscossione coattiva da parte dell’Erario.
Durante le indagini sono stati effettuate perquisizioni, almeno una decina, oltre ai sequestri patrimoniale.
E non è tutto. Perché alle dipendenze degli imprenditori sono stati anche individuati 81 lavoratori che negli anni sono risultati alcuni senza contratto (quindi completamente “in nero”, ben 16) altri pagati con somme “fuori busta” (“irregolari”), con la segnalazione dei datori di lavoro al competente locale Ispettorato Territoriale del lavoro per l’irrogazione delle previste sanzioni amministrative pari a € 58.000,00 nel minimo ed € 116.000,00 nel massimo.
“L’operazione “Paper moon” si inserisce nella costante azione svolta dalla Guardia di Finanza – spiegano le Fiamme Gialle – quale unico organo di polizia giudiziaria, con competenze specialistiche – a prevenzione e contrasto dei reati di natura fiscale e di ogni altra forma di illecito perpetrato attraverso sofisticate operazioni simulate, interposizioni fittizie o schermi societari di varia natura, a tutela non solo degli interessi erariali, ma anche dell’economia sana del Paese e della leale concorrenza nel mercato.
Il video della Guardia di Finanza di Rimini: