Un’esposizione nuova e permanente che trova spazio tra due edifici storici del centro di Rimini, il Palazzo duecentesco dell’Arengo e quello trecentesco del Podestà, per la prima volta dopo decenni restituiti alla città con un’anima rinnovata e funzionale e con una vocazione pubblica. Ha aperto questa mattina alla presenza del governatore Stefano Bonaccini, del sindaco di Rimini e delle istituzioni cittadine Part – Palazzi dell’Arte Rimini. Presente anche Letizia Moratti cofondatrice della Fondazione San Patrignano e non è un caso. Part ospita infatti la Collezione della Fondazione, una raccolta di 70 opere d’arte contemporanea avviata nel 2017. Il progetto sposato dalla Regione e dal Comune di Rimini era stato pensato e ideato dalla stessa Moratti e dal marito Gian Marco Moratti, scomparso nel 2018.
Ma non solo, perchè all’interno del Palazzo dell’Arengo di Rimini è stata traslata una delle opere più significative della Scuola riminese del 1300, il “Giudizio Universale”. Il dipinto, affrescato, da 29 anni occupava la Sala del Giudizio al Museo della Città ed era stata rinvenuta sotto gli intonaci settecenteschi della chiesa di San Giovanni Evangelista o S. Agostino, dopo il terremoto del 1916.
Nella mattinata di oggi è stata proprio l’ex sindaco di Milano ed ex Ministro dell’Istruzione a delineare il percorso che dopo un primo intervento di restauro in chiave storica dei due palazzi che si affacciano in Piazza Cavour, ha portato nella mattinata di oggi, 24 settembre, al fatidico taglio del nastro, già in programma il 14 marzo scorso e poi rinviato di ben sei mesi a causa dell’emergenza sanitaria. “Parliamo di un percorso condiviso tra pubblico privato – ha esordito la Moratti durante la conferenza stampa di presentazione ospitata al Teatro Galli – a cui hanno contribuito la Fondazione e la Comunità di San Patrignano, il Comune di Rimini e la Regione Emilia Romagna.”
“Quello che è successo – ha commentato Letizia Moratti co-fondatrice della Fondazione San Patrignano – è un percorso sinergico che attraverso cultura e arte, alimenta un nuovo modello di collaborazione tra pubblico e privato. Un modello in grado di promuovere cultura, occupazione, sviluppo economico, riqualificazione urbana nel nome e per conto dell’innovazione, della qualità, della responsabilità sociale e della partecipazione allargata. Ringrazio la città di Rimini e il suo sindaco per aver creduto fin dall’inizio in questo progetto di alleanza virtuosa a cui San Patrignano contribuisce con la propria collezione d’arte, nata dall’idea, mutuata dalla tradizione delle fondazioni anglosassoni, di dotarsi di una risorsa patrimoniale per eventuali progetti di natura straordinaria. Tutte le opere, frutto unicamente di donazioni, affrontano temi chiave per San Patrignano, come l’emarginazione, il disagio sociale, l’accoglienza, la rinascita. Credo che questo progetto rappresenti un unicum nel suo genere e possa costituire uno stimolo per progetti simili in un paese come il nostro che dovrebbe costruire anche sulle leve dell’arte e della cultura una delle direttrici di sviluppo attuale e futuro”.
Per quel che riguarda il restauro e il riadeguamento funzionale degli edifici, i progetti sono stati realizzati dallo Studio AR.CH.IT guidato da Luca Cipelletti, che ha anche firmato la messa in scena e l’allestimento della Collezione di San Patrignano.
Il progetto museografico segue e ricalca la natura eclettica della collezione come punto di forza e propone grazie a modalità allestitive innovative una fruizione del contenuto estremamente libera, non scandita da un percorso di relazioni storico-critiche tra le opere. All’interno di PART le opere sono protagoniste: della relazione con gli spazi medievali del Palazzo dell’Arengo e del Podestà, e della relazione con il visitatore. Per la parte di illuminotecnica, volta a valorizzare la collezione, unitamente alle architetture dello spazio, ci si è rivolti all’architetto e lighting designer Alberto Pasetti Bombardella.
Sull’inaugurazione del nuovo museo il sindaco Andrea Gnassi ha detto che “Quello del Part è il maglio creativo che abbatte ogni barriera. È lo spazio dell’impossibile che si fa possibile: passato, presente e futuro senza soluzione di continuità, verso una direzione inedita. Ci sono meravigliosi palazzi della grande storia d’Italia; ci sono folgoranti opere d’arte internazionali; c’è un capolavoro trecentesco in posizione spartiacque ma che, in realtà, dirige e miscela un’atmosfera magica in cui il particolare diventa universale”.
Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini si è lasciato andare con una battuta sul palco del Teatro Galli. “Vorrei che oggi e domani si parli del percorso storico – culturale di cui Rimini è stata protagonista, piuttosto che di una mia eventuale battuta di stampo politico“.
Ma le opere di quali artisti sono esposte al Part?Tra i tanti quelle Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi & Casoni, Domenico Bianchi, , Alberto Garutti, Giorgio Griffa, Shilpa Gupta, Mona Hatoum, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Loredana Longo, Claudia Losi, Iva Lulashi, Ibrahim Mahama, Agnes Martin, Paul McCarthy, Igor Mitoraj, Davide Monaldi.
Presenti nella mattinata di oggi anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi, in collegamento su La 7 e il cardinale Giovanni Battista Re, che assieme al vescovo Lambiasi ha benedetto il nuovo sito museale prima del taglio del nastro.
Da oggi pomeriggio fino a domenica 27 settembre il Part resterà aperto al pubblico ad ingresso libero. Oggi dalle 17 alle 24 e da domani a domenica dalle 9.00 alle 24.