Uno che fa sogni profondi
di montagne
il giorno dopo parla
con voce di burocrate
Un altro che nessuno osa disturbare
mentre dorme come un carrarmato
parcheggiato in piazza
giurerà con la voce da bambino
di non aver mai disobbedito
Un terzo per superare l’insonnia
s’immagina castoro
e abbaierà nelle assemblee
in nome della necessità
Quello con l’incubo
che la storia sia immodificabile
spiegherà come un maestro
di cosa c’è esattamente bisogno
per avere progresso
Nell’orecchio della poesia
scrivo questi enigmi
mai pronunciati
a viva voce
John Berger (Londra [Inghilterra], 1926 – 2017)