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Rimini, il Liceo Serpieri fa scuola alternando didattica in presenza e a distanza

Il dirigente scolastico del Liceo Serpieri di Rimini, Francesco Tafuro, parla con franchezza in una circolare pubblicata sul sito e rivolta a tutti suoi studenti e alle loro famiglie per fare il quadro della situazione legata al rientro a scuola nel rispetto delle normative anti-covid. Nonostante gli sforzi messi in campo, al momento il risultato è che il liceo dovrà fare scuola alternando didattica in presenza e didattica a distanza. 

“Va precisato che il Liceo, facendo seguito a quanto previsto dal documento ministeriale del 26 giugno (Linee Guida per la Ripartenza), ha fin da subito lavorato per garantire da un lato la massima sicurezza di coloro che vivono nell’ambiente scolastico e dall’altro per continuare a essere uno spazio inclusivo che non rinuncia alla propria missione istituzionale che integra saperi, didattica e umanità. Per questo si è cercato di trovare gli spazi e gli strumenti capaci di garantire la frequenza piena e contemporaneamente la sicurezza dei quasi 1400 alunni iscritti”, spiega il dirigente.

“Viste le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, recepite dal Ministero dell’Istruzione, sulla necessità di garantire un certo distanziamento tra le persone, il Liceo ha cercato di trovare nuovi spazi e altri laboratori per la didattica; si è posto la questione delle strutture necessarie per lo svolgimento delle attività di scienze motorie; ha elaborato piani di intervento per aumentare la capienza delle aule; ha chiesto un consistente aumento della dotazione organica di personale ausiliario, necessario per la sanificazione degli ambienti e per quanto altro si renda necessario per la vita scolastica in un periodo di emergenza pandemica; si è posto il problema dello scaglionamento degli ingressi, lavorando sia sulla diversificazione degli orari di lezione sia sul sistema dei trasporti. Per attuare queste misure sarebbe stato necessario il coinvolgimento degli attori istituzionali che operano sul territorio. Per questo sono state fatte riunioni, inviate richieste, e successivi solleciti, alla Provincia e all’Agenzia di Mobilità perché intervenissero, ognuno secondo i propri ambiti di competenza, per garantire un sistema che combinasse diritto allo studio inclusivo (che parte dalla possibilità di potere frequentare le lezioni stando a contatto diretto con la vita e con gli spazi della scuola) e sicurezza sanitaria”.

“Al momento, non abbiamo ricevuto risposte alle nostre richieste. Le aule, le palestre, le strutture laboratoriali, già precarie e insufficienti prima dell’emergenza Covid, sono rimaste come erano, anzi … la situazione è peggiorata, perché la loro disponibilità è diminuita drasticamente, soprattutto per quel che concerne l’utilizzo delle strutture sportive. Ancora più preoccupante è la situazione trasporti, perché l’Agenzia che si occupa della mobilità urbana e interurbana ha mantenuto gli stessi orari degli anni scorsi, col rischio che fermate intasate e mezzi di trasporto – colmi per necessità di studenti che devono tutti quanti entrare a scuola allo stesso orario – diventino un pericoloso bacino di infezione su cui la scuola naturalmente non può intervenire. Stante questa situazione, che vede il Liceo succube di situazioni su cui non ha gli strumenti per intervenire, si è reputato corretto esplicitarla, non per polemica nei riguardi degli enti istituzionali del territorio, ma per necessità di chiarezza e senso di responsabilità nei confronti di studentesse, studenti e loro familiari. In questo quadro di pregresse carenze strutturali e assenza di interventi istituzionali, nonché di poco attenta gestione della situazione trasporti, si inscrivono le causa di alcune scelte dolorose che la scuola ha dovuto prendere sul versante della didattica – una su tutte: la turnazione tra didattica in presenza e didattica a distanza di alunne e alunni di alcune classi; ma, contemporaneamente, si vuol ribadire la necessità di essere ancora più attenti nel rispettare le regole di igiene, di distanziamento, di utilizzo dei dispositivi di protezione e anche purtroppo di tracciabilità dei movimenti e dei contatti dentro le mura e i cortili della scuola, perché da esse dipende la salute dei singoli e dell’intera comunità scolastica e territoriale”.

“I comportamenti corretti di prevenzione saranno tanto più efficaci quanto più rigorosamente adottati da tutti in un clima di consapevole serenità e di rispetto reciproco, fondato sul dialogo e sulla condivisione degli obiettivi di tutela della salute e di garanzia dell’offerta formativa per tutti i protagonisti della vita scolastica”, conclude il dirigente lasciando poi spazio alle norme da seguire in ogni circostanza.

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