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San Marino, sfide decisive per il governo silenzioso del PDCS

Può un partito vincere le elezioni l’8 dicembre 2019, portando a casa il 33,35% dei voti e 21 consiglieri su 60, costituire un governo di coalizione il 7 gennaio 2020 con RETE, Noi per la Repubblica e Domani Motus Liberi ottenendo 5 dicasteri, quelli più importanti, su 10, e scomparire da ogni comunicazione pubblica?

Sembra proprio di sì: è quello che ha fatto il PDCS a San Marino in questi otto mesi. Ha lasciato il suo alleato più importante, RETE, scontrarsi all’arma bianca con i partiti precedentemente al Governo, Libera e Repubblica Futura, sui temi della giustizia, dell’economia, della sanità senza mai far sapere all’esterno quale erano le posizioni ed, eventualmente, le discussioni interne al PDCS su questi temi. Ma i suoi ministri hanno portato a casa in questi mesi leggi significative che cambiano molte carte in tavola sul governo della giustizia (ministro PDCS Massimo Andrea Ugolini), sugli assetti bancari (ministro PDCS Marco Gatti), sulle telecomunicazioni (ministro PDCS Luca Beccari). Leggi approvate dai grandi numeri della maggioranza, 44 consiglieri su 60, ma contestate in ogni modo dai due partiti oggi in minoranza ma sino alle elezioni al governo della Repubblica, Libera e Repubblica Futura.

Sui temi che stanno facendo litigare furiosamente le forze politiche sammarinesi torneremo con alcuni articoli dove tenteremo di capire ciò che sta avvenendo sul Titano.

Intanto, dopo tutti questi mesi di silenzio, il PDCS si è fatto vivo con una conferenza stampa del suo Segretario, Gian Carlo Venturini, il 7 agosto in cui ha annunciato tre appuntamenti “per preparare il paese alle grandi sfide che lo attendono nei prossimi mesi. A San Marino, dopo la pausa estiva, la politica sarà di nuovo protagonista grazie alle manifestazioni promosse dalla DC nel segno di un rinnovato clima di confronto con l’intera cittadinanza e di un impegno concreto dopo i mesi difficili del lockdown”.

Il primo appuntamento sarà quello con la tradizionale Festa dell’Amicizia in programma dal 21 al 23 agosto in Piazza Bertoldi a Serravalle. Nel corso della prima serata, il 21 agosto alle ore 21.15, nella terrazza dell’ex Ritrovo, il PDCS rifletterà su “Progetto Paese. Una rinnovata azione politica per la San Marino del futuro”. Ovvero “interventi e riforme non più procrastinabili che fanno parte dell’agenda e del programma di Governo. Interi comparti del nostro sistema economico e sociale richiedono a gran voce interventi rapidi e risolutivi per potersi mettere alle spalle gli effetti della pandemia e guardare con maggiore ottimismo al futuro. Noi dovremo essere in grado di fornire in tempi celeri queste risposte in un’ottica lungimirante che tenga conto delle limitate risorse di cui disponiamo”.

La seconda serata, il 22 agosto, sarà invece dedicata alla politica internazionale: “San Marino, Italia ed Europa. Verso l’accordo di associazione”. San Marino “sta stringendo i tempi per dare finalmente concretezza all’accorso di associazione con l’UE. Un accordo che ci permetterà di potenziare la crescita economica, sociale e culturale del Paese. In questo contesto le relazioni internazionali che il PDCS – in qualità di membro osservatore del Ppe dal 1993 e di membro effettivo dell’IDC – è stato capace di intrecciare in questi anni giocheranno un ruolo decisivo. A tal proposito, abbiamo già chiesto un incontro ufficiale con Donald Tusk, Presidente del Partito Popolare Europeo”.

Infine domenica 23 agosto, alle 20.30, in Piazza Bertoldi l’intervento conclusivo del segretario politico del PDCS Gian Carlo Venturini.

Il secondo appuntamento per il PDCS sarà il Congresso Generale dei Giovani Democratico Cristiani di San Marino il 19 settembre. Dovrà servire a mettere un po’ in ordine il movimento dei giovani democristiani che alla vigilia delle elezioni aveva creato qualche problema. La elezione di due suoi esponenti in Consiglio Grande e Generale (Alice Mina e Lorenzo Bugli) l’8 dicembre e un notevole rinnovamento dei suoi quadri dovrebbero consentire un riallineamento dei giovani con il Partito.

Il terzo appuntamento infine sarà, dal 23 al 25 ottobre, il Congresso Generale del PDCS. “Non sarà – ha dichiarato Venturini – un mero esercizio di rinnovo delle cariche, ma un Congresso programmatico che, riunendo attorno al tavolo tutte le anime del partito, si porrà come obiettivo la stesura di un’agenda di interventi chiari e definiti per una incisiva e rinnovata azione politica del Governo. Sarà l’occasione per riaffermare in maniera decisiva il ruolo del PDCS all’interno dell’attuale maggioranza. Siamo alla vigilia di una stagione storica per la Repubblica di San Marino. Il PDCS, con impegno, responsabilità e lungimiranza, forte nel mandato parlamentare ricevuto dai propri elettori, raccoglie le sfide del futuro”.

Occorre dire che nello sfacelo delle forze politiche sammarinesi, sempre più divise e frazionate, ridotte a numeri percentualmente insignificanti, il PDCS è rimasto oggi l’unica forza politica vera, organizzata e strutturata al suo interno. Con un confronto interno assai vivace, ma di cui i sammarinesi sanno ben poco: ultimo partito guidato da un fortissimo centralismo democratico. Difficile dire anche perché le opposizioni non mirano mai all’azione politica del PDCS, quanto invece a quella dei suoi alleati, in primis RETE. In un gioco ormai più che decennale, il problema di tutti gli altri partiti è quello di chi sarà l’alleato del PDCS, stante la sua forza elettorale e la capacità di governare la Repubblica.

Proveremo ancora una volta a tradurre per i non sammarinesi nei prossimi giorni i fatti della politica sul Titano. Con il rischio di incorrere, per la difficoltà di reperire le informazioni in un mondo tutto sommato chiuso e poco disponibile ad interloquire con osservatori esterni, in un qualche incidente di percorso come sembra essere accaduto a L’Espresso nelle settimane scorse con l’articolo, molto allarmistico, su la Cassa di Risparmio sammarinese: “San Marino, per colpa del covid il sistema finanziario è vicino al collasso. Slitta il rimborso di un prestito obbligazionario rilasciato dalla più grande banca nazionale e centinaia di risparmiatori ora temono di perdere tutti i propri risparmi. A rischio l’intero sistema finanziario della Città-Stato”.

Paolo Zaghini

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