Il presidente dell’assemblea legislativa della regione Emilia Romagna, Emma Petitti, commenta la decisone del Movimento di 5Stelle di fare alleanze anche le forze politiche tradizionali. Un’apertura che riapre le alleanze nel centrosinistra in previsione anche dei prossimi appuntamenti elettorali ad iniziare dalle amministrative comunali del 2021.
“Bene l’apertura dei 5S, ma serve rilanciare un dibattito vero nel PD su alleanze, programmi e strategie future.
Accolgo positivamente la svolta iniziata da Grillo e varata dalla piattaforma Rousseau rispetto all’apertura dei 5s ad alleanze con i partiti politici tradizionali, che in passato era sempre stata rifiutata in maniera categorica, più per questioni di carattere ideologico che strutturale e di merito.
Mi sembra un elemento di novità importante sul panorama politico che consolida, tra l’altro, l’alleanza iniziata con questo Governo nazionale.
Ma una cosa va sottolineata, onde evitare fraintendimenti: da sola, senza una valutazione su strategie e sfide comuni, non può fare la differenza. Non può essere il risultato di un automatismo acritico, fatto a prescindere, ma deve nascere da una visione d’insieme ampia, costruttiva e ordinata.
Per vincere le elezioni e sconfiggere la destra serve affrontare i limiti di questo eventuale accordo che come ho appena detto non può ridursi a un fatto tecnico, frutto di convenienze e contingenze momentanee che rischiano di non trovarne forza sui territori.
È una realtà complessa, che va sperimentata, territorio per territorio, comune per comune, mettendo anche in discussione scelte politiche e amministrative figlie delle azioni di governo di questi anni.
Ne vanno create le condizioni e ricercate le possibilità facendo incontrare le persone, i lavoratori, le associazioni, gli elettori.
Bisogna concentrarsi su una valutazione che si basi sui contenuti e sulle proposte.
Su quali programmi, valori e presupposti intendiamo costruire questo tipo di alleanza? È questa la domanda di fondo.
Come intendiamo cioè affrontare il rapporto con il campo largo del centrosinistra, che spazia dalla sinistra alla componente moderata riformista e liberale fino alle vere forze civiche che nascono sui territori e con i movimenti che in Emilia-Romagna ci hanno aiutato a creare il clima per vincere le elezioni regionali, come il movimento delle Sardine e i ragazzi di Friday for Future per la transizione ecologica.
Creare cioè le condizioni per un’alleanza che non si confini nei palazzi della politica ma che si apra a una discussione sui territori, sul Senso e sui Valori di un progetto politico da costruire. Come prospettiva a cui tendere.
Un confronto aperto in cui possono partecipare tutte le cittadine e i cittadini vicini alla sensibilità riformista e progressista.
Credo che per il Partito Democratico sia arrivato il momento di tornare ad essere ambizioso con se stesso, alzando l’asticella e rilanciando sui contenuti, tornando a discutere con gli elettori, gli iscritti e i tanti simpatizzanti.
Propongo di fare almeno 4 assemblee aperte in cui coinvolgere tutta la Provincia di Rimini ed invitare rappresentanti nazionali del PD che ci permettano di fare una riflessione compiuta.
Non è il momento di una presa d’atto notarile fine a se stessa, che non viene compresa fino in fondo nelle sue potenzialità da parte di chi invece dovrebbe sostenerci. Abbiamo bisogno di creare un clima sul territorio, anche perché nei prossimi mesi ci attende la scadenza delle elezioni amministrative, su cui è necessario ragionare fin da adesso.”