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Fulgor? Castello? Ma i veri romantici di Rimini si sposeranno in via Marzabotto

Con l’aggiunta del cinema Fulgor, del museo P.Art e del giardino di Castelsismondo, la lista di location per matrimoni civili a Rimini diventa così lunga, varia e ghiotta che fa venire voglia di sposarsi anche agli zitelloni impenitenti e ai conviventi allergici alle carte bollate.

Come se uno sfondo pittoresco, evocativo o imbevuto di cultura potesse trasmettere le sue virtù al vincolo che viene sancito: ti sposi al Fulgor e il tuo matrimonio sarà avvincente come un film, ti sposi al Grand Hotel e tutta la tua vita coniugale navigherà in una magica e lussuosa atmosfera Belle Epoque, ti sposi al teatro Galli e… bè, qui le implicazioni possono essere parecchie, e non tutte benauguranti, considerato che l’edificio venne centrato da una bomba e per ricostruirlo ci sono voluti decenni di litigi, scartoffie e false partenze.  Ma alla fin fine c’è un messaggio positivo: “possa questo matrimonio restare in piedi malgrado tutto e tornare a brillare anche dopo gli eventi più traumatici, proprio come il Galli”.

Chi si sposa nella cornice di RiminiTerme vuole sicuramente propiziarsi lunghi anni di vita in comune rilassanti, rigeneranti e salutari come un trattamento talassoterapico. Anche sposarsi all’interno del nuovo Museo di Arte moderna e contemporanea è una dichiarazione programmatica: “la nostra vita matrimoniale risulterà incomprensibile alla massa e a volte anche sgradevole, ma conterrà sempre un profondo significato”.

Ma i più raffinati, gli anticonformisti e i veri romantici sceglieranno sicuramente come location le sale “Settore servizi e diritti civici, partecipazione e cittadinanza” di via Marzabotto. Come dire: “il nostro amore è così unico e strepitoso che non abbiamo bisogno di scenari da favola per pronunciare il fatidico sì, la vera favola siamo noi”.

Insomma, la Rimini civile offre una ricchissima gamma di contesti nuziali, molto più fantasiosa di quella proposta dalla sua controparte religiosa, ancora legata al rito all’interno di una chiesa, e sì che, se Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo, le opzioni per il matrimonio religioso sarebbero praticamente infinite.

Al Comune (ed eventualmente alla Curia) vorrei suggerire con il dovuto rispetto qualche altra ambientazione per rendere l’offerta ancora più completa e stimolante. Per esempio, a molte coppie superimpegnate farebbe comodo potersi sposare alle Befane, location praticissima anche per gli invitati, che prima del matrimonio potrebbero non solo fare la spesa ma anche comprare il regalo di nozze o l’abito da cerimonia all’ultimo minuto.

E quando i lavori saranno completati, perché non prendere in considerazione anche la piscina comunale, almeno nei mesi estivi? Se sarà possibile celebrare un matrimonio tutti in acqua – nubendi, testimoni e pubblico ufficiale con un salvagente tricolore e il registro da firmare sulla pedana dei tuffi – giuro che mi risposo.

Infine, va colmata un’imperdonabile lacuna: nessuna delle location ufficiali onora il passato romano della nostra città. Non ci si può promettere amore e fedeltà sotto l’Arco d’Augusto, né sul ponte di Tiberio e nemmeno nella Casa del Chirurgo, che sarebbe perfetta, visto che Eutiche significa “fortunato”.

E’ vero, ci si può sposare nel giardino del Museo della Città, ma la romanità ivi in esposizione è rappresentata da antiche pietre tombali. Senza dubbio interessantissime, ma il giorno delle nozze c’è proprio bisogno di evocare il vecchio detto “il matrimonio è la tomba dell’amore”?

Lia Celi

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