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Riccione ingaggia i vigilantes, la Raffaelli attacca governo e la Tosi il Prefetto

Quattro vigilantes arruolati dal Comune di Riccione per combattere la microcrimanalità  nel periodo più caldo dell’estate e dopo gli attacchi a catena delle baby gang.

L’iniziativa del Comune costerà circa 20.000 euro. Il contratto prevede una stretta collaborazione tra le guardie giurate e tutte le forze di Polizia presenti sul territorio, dai vigili ai Carabinieri passando per gli agenti della Polizia di Stato.

I vigilantes fungeranno da sentinelle perlustrando zone della movida ma anche aree meno frequentate e parchi. Allerteranno le forze dell’ordine, ma potranno intervenire anche in situazioni già degenerate in cui c’è poco tempo da perdere. Il servizio partirà allo scoccare della mezzanotte per terminare alle 7 del mattino a partire dal weekend del 24 luglio fino a quello del 23 agosto con la possibilità di una deroga fino a settembre.

Il comandante della Polizia Municipale Achille Zechini ha spiegato in conferenza che “si tratta di un servizio di tutela nei confronti del patrimonio pubblico e privato. La premessa è che le forze dell’ordine sono già responsabili di un robusto servizio di prevenzione e repressione per la tutela dell’ordine pubblico e che l’arrivo dei vigilantes va a corroborare quanto di buono già stiamo facendo”.

Nel presentare l’iniziativa il sindaco di Riccione Renata Tosi ha attaccato il governo, seppure indirettamente. “Non arrivano i rinforzi estivi? Bene ci organizziamo di conseguenza in questo modo”.

L’assessore Elena Raffaelli ha ringraziato le Forze dell’Ordine: “Questa si conferma l’amministrazione del fare, non attendiamo il governo ma troviamo una soluzione”.

Anche se va precisato che il comandante della Polizia Municipale Achille Zechini ha spiegato che l’iniziativa riccionese va inquadrata in quella intrapresa a livello ministeriale con il progetto “1000 occhi sulla città”, che prevede appunto la collaborazione stretta tra forze dell’ordine e vigilantes.

A proposito di criminalità e ordine pubblico, in una intervista rilasciata al Corriere Romagna il Prefetto uscente Alessandra Camporota si era detta rammaricata “per il fatto che il sindaco di Riccione non abbia partecipato all’ultimo comitato provinciale. Non ho apprezzato questa scelta perché significa svilire e non rispettar l’istituzione”.

Dura la risposta della Tosi: “C’erano i delegati. Pretendo dal Prefetto le scuse pubbliche. Ha anche detto che Riccione è un territorio povero”. Nell’intervista la Camporota aveva  tuttavia che affermato che “Rimini è la provincia più povera dell’Emilia Romagna e questo si lega con strettamente con la questione sociale, e quindi con l’impatto della criminalità”.

Ma il sindaco di Riccione ha poi ribadito il suo attacco anche in un comunicato scritto: “Riccione all’ultimo comitato tecnico in Prefettura sull’ordine e la sicurezza pubblica ha partecipato eccome! Con due funzionari specializzati nella materia che si andava a trattare. Sulla questione sicurezza si devono dare le risposte giuste nei tempi giusti. Noi come amministrazione abbiamo chiesto in una lettera protocollata a maggio, tre mesi fa quasi, indirizzata al prefetto uscente di farsi portavoce presso il ministero per chiedere rinforzi estivi. Era quello il momento di dare risposte degne di nota. Era quello il momento di far sentire la presenza delle istituzioni. Era quello il modo migliore per chiederne il rispetto. Riccione dalla Prefettura non ha ricevuto alcuna risposta alla sua richiesta di rinforzi”. Ma non è tutto. Anzi. “Quando invece si chiede rispetto e non lo si dà, neanche con una risposta negativa o positiva che sia, allora si rimane solo nel campo delle sterile dimostrazioni di potere derivante dal ruolo. Significa che da funzionario dello Stato si fa politica. Il prefetto uscente, salutando la provincia di Rimini, ha preferito consegnare le pagelle ai promossi e ai bocciati. Voti e giudizi che francamente offendono i cittadini della provincia di Rimini che – come ha sottolineato pubblicamente il prefetto uscente – sono i più poveri della Regione e quindi esposti alla “criminalità”. Queste sono parole offensive per la comunità della Provincia di Rimini. Sono parole ingiuste che denotano la scarsa conoscenza del territorio e della sua economia. Denotano scarsa conoscenza del carattere dei romagnoli, delle città e delle comunità romagnole. Il prefetto uscente si è anche pubblicamente rammaricata di non essere stata a Casteldelci. Vorremmo ricordare che non è mai stata neanche a Riccione!”.

La Tosi ha anche annunciato che oggi incontrerà Stefano Bonaccini. In occasione dell’inaugurazione di Metromare questo incontro non si era verificato e il presidente della Regione nelle Perla per il taglio del nastro non aveva mancato di sottolinearlo.

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