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Unione Valmarecchia, anche sindacati attaccano: “Politica scarica sue inefficienze sui dipendenti, assurdo”

Anche i sindacato vanno all’attacco dell’Unione della Valmarecchia. Ma per difendere il personale dalle accise di inefficienze, che invece vanno tutte a carico della politica, secondo Claudio Palmetti di FP CGIL, Giuseppe Bernardi di FP CISL Romagna e Alfredo Bianchi di UIL FPL.

“Unione di Comuni Valmarecchia in crisi: i lavoratori da anni hanno manifestato un continuo malessere organizzativo, ritardi e incapacità da parte dell’organo di governo politico, dai suoi primi cittadini, di dare risposte funzionali alla vita dell’Unione”, scrivono i sindacati in un documento congiunto.

“I lavoratori continuano ad essere spettatori paganti delle non decisioni e visione strategica futura, di modelli operativi e gestionali dell’Ente Unione. Negli ultimi anni, sono cambiati Sindaci, Dirigenti, Presidenti, ci sono state elezioni amministrative ma continuiamo ad assistere ad un processo decisionale politico lento, confuso e contraddittorio, a scelte che non sta certo a noi condividere sul piano funzionale amministrativo o associativo (continuare con una Unione a 10 Comuni, riorganizzare due Unioni in Alta Valle e in Bassa Valle o due sub-ambiti o altri modelli associativi) ma di certo non possiamo tacere sulle condizioni di criticità organizzative del lavoro, della situazione dei lavoratori e dei servizi che quotidianamente vengono presidiati, nonostante tutto, con meno personale, con dovere, disponibilità, professionalità e grande senso di responsabilità, a volte nell’autogestione nella poca chiarezza organizzativa”.

“Non è possibile continuare ulteriormente senza mettere mano al modello organizzativo e senza adeguare gli organici. I lavoratori dopo aver per anni richiesto una seria organizzazione e aver riscontrato la mancanza di una vera governance dell’ente si sentono dire che l’inefficienza dell’ente e le sue criticità, derivano da diatribe fra dirigenti, cattivi rapporti fra le ragionerie e fra dipendenti dei comuni e quelli dell’unione”.

“Siamo all’assurdo. L’incapacità di governance viene additata proprio a chi ogni giorno cerca di rispondere nell’assenza totale della politica a erogare dei servizi a favore di tutta la comunità appartenente all’unione. Scaricare sui lavoratori le visioni politiche differenti presenti fra gli amministratori è assurdo oltre che ingeneroso e inappropriato. E’ ora che la politica faccia autocritica sulle non scelte di questi anni e che non scarichi sempre le responsabilità su altri”.

“A garanzia dei servizi dell’Ente Unione che devono vedere una loro continuità nel lavoro, nella firma degli atti, nel rispetto dei lavoratori coinvolti nel processo gestionale e lavorativo, considerando che non è possibile aspettare l’evoluzione di determinazioni politiche sull’assetto dell’Ente Unione, si deve mettere immediatamente in sicurezza una condizione di criticità e precarietà dell’organizzazione del lavoro e come andare avanti su aspetti che riguardano il modello organizzativo, i fabbisogni del personale, piani occupazionali, concorsi”, concludono FP CGIL, FP CISL e UIL FPL.

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