Dopo le precisazioni arrivate da Energia Wind 2020 non si fa attendere la replica di Italia Nostra, che aveva bocciato il
“La precisazione che non c’è!”, sembra tratta dalla poesia di Bennato la risposta dell’amministratore della società Energia Wind 2020 di Brescia alle giuste preoccupazioni che, giorno dopo giorno, stanno crescendo dalla tutta società di fronte al progetto di realizzare il più grande impianto eolico offshore del Mediterraneo, perché di tutti i dati che si conoscono per essere pubblicati sul sito della Capitaneria di Porto di Rimini, e che restituiscono realmente la portata di questo intervento invadente, non uno è stato smentito.
Non il numero degli aerogeneratori, che rimangono 59; non la distanza da terra, che rimane a 10 km; non l’altezza di questi mostri da 230 metri, il doppio del grattacielo di Rimini (101 m.), ma anche il doppio di quello di Cesenatico (113 m.) che così bene si osserva dal porto di Rimini pur trovandosi a una distanza doppia, in linea d’aria a 20 km. “Mostri” alti più del promontorio di Gabicce, che sul monte San Bartolo non arriva a 200 metri, che si frapporrebbero inesorabilmente al godimento di quella visione che caratterizza tutta la riviera incantando milioni di turisti.
Perché il tema – almeno quello principale, perché altri ve ne sono come, solo per citarne alcuni, l’interferenza coi flussi migratori degli uccelli, o l’inquinamento derivante dal rumore dei generatori che arriverà a riva spinto dal vento, o alle luci perennemente accese dei 59 aerogeneratori per renderli visibili anche di notte, o al problema dello smaltimento del carbonio delle pale eoliche giunte a fine vita a cui nessuno ha ancora dato soluzione – è e rimane quello dell’irreparabile danno paesaggistico, micidiale per una realtà come la nostra che fa del rapporto con la bellezza la sua cartolina attrattiva, su cui è incernierata l’economia dell’intera collettività riminese”.