Inizia a delinearsi la ripartizione del fondo da 20 miliardi istituito dal governo con il decreto “salva-risparmi”.
Per la Cassa di Risparmio di Rimini ancora non sono state fatte cifre precise, ma intanto dalla Banca d’Italia trapela che di quei 20 miliardi, 12 sarebbero complessivamente destinati ai dossier di Carim, Cassa di Risparmio di Cesena, San Miniato, Carige e dellla good bank nata dalle ceneri di Carife. Per Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti si conferma il percorso di Ubi, che dovrebbe acquisire quei pacchetti già ai primi di gennaio.
Dei restanti 8 miliardi, circa 2 servirebbero ad attivare garanzie statali sulla liquidità delle banche che dovessero stentare nella raccolta, Mps per prima; oltre 6 miliardi andrebbero a colmare il deficit patrimoniale dello stesso Monte dei Paschi; alla fine dell’operazione il Tesoro si ritroverebbe a possedere circa il75% della banca senese.
Il tutto, sempre che in Europa siano d’accordo. Fra Tesoro italiano e Bankitalia da un lato ed Bce dall’altro il clima non dei più sereni: fino al 21 dicembre la vigilanza europea giudicava sufficienti 5 miliardi per Mps, mentre ora si è passati a 8,8. Ora gli italiani vorrebbero sapere con quali criteri si sia arrivati a questa cifra, mentre il ministero del Tesoro continua a sostenere che 20 miliardi saranno sufficienti per tamponare tutte le sofferenze.