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Bonaccini: “Spiagge chiuse fino al 18 maggio. Criminalità? Rischio altissimo” – VIDEO

“Non posso riaprire le attività da solo perché ci vuole il decreto del governo. Ma se le cose andranno bene io credo che quelle attività avrebbero dovuto riprendere il primo giugno potranno essere aperte anche prima”. Lo dice il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, intervenuto questa mattina alla trasmissione “Cento Città” di Rai Radio Uno e in televisione ospite del programma nella rubrica “Ultima ora – Cento città” del programma “Storie Italiane” su Rai1. “Mi pare che il presidente Conte abbia dato questa possibilità e noi lo stiamo sollecitando in proposito”, ha precisato.

Nessun anticipo però per quanto riguarda le spiagge: “Preferiamo tenerle chiuse fino al 18 maggio perché potrebbero crearsi assembramenti, in modo che i sacrifici di oggi non vanifichi quello che deve ripartire domani. Però abbiamo  permesso già da qualche giorno agli operatori di lavorare in modo da trovarsi pronti”. Quindi né le veementi proteste e il ricorso al Tar del sindaco di Riccione, né la contrarietà più sobria espressa da quello di Bellaria Giorgetti, fanno cambiare idea al Presidente della Regione, che ha ricordato i 5 milioni di euro a fondo perduto stanziati a favore dei balneari per “aiutarli a ripartire”.

D’altra parte Renata Tosi alla luce di queste dichiarazioni, che peraltro non modificano quanto era stato prospettato, ha dichiarato all’Ansa che potrebbe ritirare il suo ricorso la cui finalità “è quella di permettere ai cittadini di poter godere della propria spiaggia, che è il luogo più salutare in assoluto. Ma soprattutto torneremmo anche ad illuminare la nostra immagine di città turistica”. Tutto ciò senza continuare sperare, ha aggiunto, che la riapertura possa avvenire già lunedì prossimo 11 maggio.

E Bonaccini ha aggiunto di affidarsi “alla genialità dei romagnoli” riguardo gli steward da spiaggia, i pasti sotto gli ombrelloni e gli orari prolungati, “o ad esempio pensiamo che in albergo si possano portare i pasti in camera per evitare assembramenti in sala”.

Alla domanda sul pericolo di infiltrazioni criminali in riviera approfittando del drammatico momento di difficoltà economica, Stefano Bonaccini ha risposto di non credere che questo rischio riguardi solo il turismo: “convocherò la consulta per la legalità, bisogna che fra imprese, sindacati e istituzioni facciamo un lavoro di scambio di informazioni puntuale. E’ evidente che quel rischio è altissimo e noi non possiamo permetterci di correrlo”.

Riguardo l’epidemia, “Siamo la regione di gran lunga prima in Italia nel rapporto tra guariti e contagi attivi, ma abbiamo già pagato un prezzo fin troppo alto. Eravamo i più vicini al focolaio di Codogno, Piacenza è divisa solo da un ponte dal basso lodigiano. E quasi la metà dei decessi in Regione viene da Parma e Piacenza. Adesso però andiamo all’attacco. Arriveremo tra pochi giorni a 10mila test al giorno e arriveremo a 20mila test al giorno a settembre“.

Bonaccini è tornato anche sul nodo degli stagionali in agricoltura, problema che si è aperto quest’anno per l’assenza di manodopera straniera causa coronavirus. L’idea di andare a pescare tra i disoccupati che percepiscono il reddito di cittadinanza, lanciata a suo tempo delle associazioni agricole e adottata dallo stesso Bonaccini, ha creato qualche contraccolpo polemico. “Mi sembra si stia facendo una questione ideologica per una manciata di voti – ha afferma il presidente – questo è un problema drammatico per gli agricoltori. Non capisco perché non si possano tenere insieme i diritti delle persone e le necessità imprese”.

L’intervento di Stefano Bonaccini a “Storie Italiane”:

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