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Coronavirus, in Cina vaccino funziona su animali. Burioni: “Miglior notizia possibile”

“Questa è davvero una bella notizia. Ma proprio bella. La migliore che potevamo ricevere”: la annuncia il virologo di Casteldelci Roberto Burioni sul suo sito Medicalfacts.

La bella notizia riguarda il coronavirus e Burioni spiega: “Proprio pochi minuti fa è stato pubblicato in una delle più serie riviste del mondo (Science, che mantiene il suo prestigio pur avendo dedicato un articolo anche allo scrivente nel gennaio scorso) il risultato del lavoro di alcuni scienziati cinesi”.

“Sono andati poco per il sottile: hanno fatto crescere il coronavirus in laboratorio, l’hanno purificato e l’hanno inattivato con una delle metodiche tradizionali già utilizzate in passato. Poi l’hanno messo alla prova prima in topi e ratti e infine in dei macachi, animali che, come è facile comprendere leggendo i social media in questi giorni, sono vicini all’uomo”.

“Ebbene i risultati sono stati ottimi: non solo i vaccini non hanno dimostrato alcuna tossicità, ma hanno fatto produrre ai macachi una quantità molto alta di anticorpi neutralizzanti (quelli che – contenuti nel plasma dei guariti – potrebbero essere utili per la guarigione)”.

“Infine, la cosa più importante: i ricercatori cinesi hanno provato a infettare sperimentalmente i macachi con il coronavirus. Risultato: i macachi non vaccinati si sono tutti ammalati, mentre quelli vaccinati sono rimasti sostanzialmente sani”.

“Non esultiamo perché è ancora presto e le scimmie valutate sono solo poche decine e, per quanto simili, non sono identiche all’uomo: ma questi sono i dati migliori che potevano arrivare dalla sperimentazione animale di un vaccino che è così pronto per la sperimentazione nell’uomo”.

“Concludendo quando siamo in pericolo la prima cosa da fare è ripercorrere le strade già percorse dalla scienza con successo. Prima la quarantena (1347), poi il siero iperimmune (1891) adesso il vaccino a virus inattivato (Polio, 1952). Da oggi c’è un vaccino e negli animali pare funzionare. Se funzionasse anche negli uomini, saremmo a cavallo”, 

“Come al solito, le possibili soluzioni non vengono dai praticoni, dalle persone senza scrupoli, dai messaggi Whatsapp o dalla pagina Facebook di qualche esaltato senza scrupoli”, conclude Roberto Burioni.

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