Nessun ordinanza per introdurre la possibilità di andare a passeggiare e a correre in spiaggia, ma un ricorso alle vie legali. Eccola la strada intrapresa dal Comune di Riccione in seguito alla firma da parte di Stefano Bonaccini dell’ordinanza regionale che di fatto impone la chiusura delle spiagge lungo i 110 chilometri di costa della Riviera Romagnola. Provvedimento sin da subito criticato dalla sindaca Renata Tosi.
Che stamane ha dato formalmente incarico all’ufficio legale del Comune di predisporre un ricorso al Tar con il quale impugnare l’ordinanza dellEmilia Romagna per quel che riguarda la chiusura delle spiagge. All’ufficio legale è stato inoltre dato incarico di valutare la possibilità di ricorrere alla Corte Costituzionale per quanto riguarda la violazione dei diritti fondamentali espressi nella costituzione.
Già prima che il testo stesso dell’ordinanza firmata da Stefano Bonaccini venisse diffuso, dal Comune di Riccione era arrivato un attacco al vetriolo contro la decisione di Viale Aldo Moro, che tirava in ballo addirittura la politica nazionale: “Chiudere le spiagge fino al 18 maggio è follia“, aveva proclamato la prima cittadina della Perla, accusando la Regione e il Partito Democratico di aver tentato la spallata ai danni del Presidente del Consiglio. “Una mossa per fare la voce grossa con Conte“, aveva sentenziato il sindaco.
“Ho detto subito e chiaramente – dichiara oggi Renata Tosi – che la chiusura delle spiagge da parte della Regione Emilia Romagna è un atto incomprensibile da più punti di vista. Punto primo non è stato motivato da comprovate esigenze sanitarie perché non si capisce come si possano aprire i parchi o cimiteri, permettere l’attività motoria anche oltre provincia, e chiudere chilometri e chilometri di spiagge in Romagna dove l’apertura verso il mare è salutare per le vie respiratorie. Punto secondo, non è chiaro come si possano vietare le spiagge a chi vive in Comuni costieri come quelli della Romagna e invece consentire il bagno al mare, come detto dal presidente del Consiglio impedendo però di attraversare la spiaggia. Dovremmo tutti buttarci dai porti?”.
“Punto terzo – prosegue – rovina l’immagine della Romagna soprattutto dal punto di vista economico perché a pochi chilometri da noi nella costa marchigiana le spiagge sono accessibili. Questo significa calpestare il diritto al lavoro dei nostri operatori turistici riccionesi e romagnoli. Rovinare tutto il faticoso lavoro fatto fino ad oggi per dare visibilità alla costa romagnola nonché coraggio, apertura e spinta all’estate che per noi è sostentamento, è guadagnarsi da vivere, non uno sfizio. I ricorsi che presenterò sono una battaglia per i cittadini di Riccione e della Romagna che hanno il diritto di passeggiare al Mare, perché da noi la spiaggia è integrata nella città come un qualsiasi spazio verde. Rendere le spiagge inaccessibili fino al 18 maggio significa vanificare la stagione i comunque rallentarla sensibilmente”.
“Comunque voglio cogliere l’invito del presidente della provincia a non aprire uno scontro istituzionale proprio in questo momento emanando una ordinanza in conflitto con quella regionale, ma rimanendo profondamente convinti che l’ordinanza di Bonaccini, sul punto, sia insensata, inutile e priva di pareri tecnici scientifici a supporto, ad oggi non fornitici, e quindi confido che anche il presidente della provincia proprio per le motivazioni dette se ne faccia altresì portatore affinché sia la stessa Regione a ritirarla in autotutela”, conclude il sindaco di Riccione.