Mentre si discute sulle misure previste per la fase 2, c’è un intero comparto che ancora non sa quando e come potrà ripartire: quello delle fiere ed eventi locali, dei mercatini, delle sagre tradizionali. Migliaia gli appuntamenti di questo tipo che si svolgono ogni anno in Italia (oltre 600 solo in Emilia – Romagna, e la stima è per difetto) e che spesso rappresentano un forte richiamo anche turistico, con il coinvolgimento di milioni di persone e un giro d’affari di tutto rispetto. Al momento sul loro futuro c’è solo un grande punto interrogativo.
In attesa delle disposizioni del Governo, c’è chi ha pensato di interpellare direttamente pubblico e operatori per capire quale scenario ci si potrà aspettare alla ripresa delle attività: ci saranno persone disposte a partecipare agli eventi? Preferiranno iniziative all’aperto o al chiuso?
L’idea è venuta a Blu Nautilus, azienda di Rimini specializzata nell’organizzazione e gestione di fiere ed eventi: attiva dal 1996, con oltre 20 tra dipendenti e collaboratori, opera nel Centro e Nord Italia con un portfolio di più di 80 appuntamenti all’anno, in padiglioni fieristici e su area pubblica. Attualmente è presente in 7 regioni e 20 località, gestendo circa 5.000 operatori.
Fra il 20 e il 26 aprile Blu Nautilus ha lanciato un sondaggio attraverso i suoi canali social e con email inviate agli iscritti delle sue varie newsletter, per capire se le misure di sicurezza che verosimilmente verranno richieste (mascherina, distanziamento, ecc.) scoraggeranno o meno i partecipanti. Tre le domande proposte:
1 – Saresti disponibile a partecipare a una fiera all’aperto indossando la mascherina?
2 – Saresti disponibile a partecipare a una fiera al coperto indossando la mascherina?
3 – Acquisteresti/consumeresti cibo da stand gastronomici e truck food in fiera osservando norme di distanziamento sociale?
Quasi ottomila le risposte arrivate e, sulla base dei risultati ottenuti, appare chiaro che agli italiani questi momenti di aggregazione popolare mancano e che tornerebbero a frequentarli, con i dovuti accorgimenti.
Infatti, il 75,4% degli intervistati si dice disposto, in presenza di misure di sicurezza, a partecipare a fiere all’aperto.
La percentuale si attesta al 63,9% per gli eventi al chiuso.
Infine, il 60,6% del campione dichiara che, con tutte le precauzioni del caso, consumerebbe cibo in fiera.
Interessante esaminare la distribuzione delle risposte per fasce di età.
I più propensi alla partecipazione sono decisamente i baby boomers (cioè le persone nate fra il 1945 e il 1964): l’85% di loro è pronto a partecipare a manifestazioni all’aperto.
mentre il 73% dice sì anche agli eventi al chiuso.
Mostrano maggiore cautela per il consumo di cibi: lo farebbe il 61,7% degli interpellati di questa fascia di età, scavalcati in questo caso dalla cosiddetta ‘generazione X’ (i nati fra il 1965 e il 1979), fra cui il 63% esprime la propria disponibilità a farlo.
I meno propensi in assoluto si rivelano, a sorpresa, i più giovani (quelli nati dopo il 1995). Fra loro, infatti, si ritrovano le percentuali più alte di riserva alla partecipazione: il 41% dice no alle manifestazioni all’aperto, il 50% a quelle al chiuso, il 44,9% all’acquisto/consumo di cibo. Insomma, sembra proprio che la generazione dei nipoti abbia più timori di quelle dei genitori e dei nonni.
“Oltre alla grandissima preoccupazione per il futuro della nostra azienda – commenta Claudia Lugli, responsabile della comunicazione di Blu Nautilus e ideatrice del sondaggio – riceviamo ogni giorno telefonate e messaggi di altri organizzatori, fornitori di servizi e soprattutto espositori, che come noi si sono visti completamente azzerare l’attività da un momento all’altro. Il settore delle fiere ed eventi al momento è completamente ignorato da Governo ed Enti Locali, dimenticando che anche queste manifestazioni contribuiscono a creare un indotto economico e sono l’unica fonte di sostentamento per tante microimprese”.