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Coronavirus. Pronti per la “fase due”. Le ipotesi di riaperture per la provincia di Rimini

I tavoli tecnici regionali e nazionali sono al lavoro in questi giorni per preparare la “fase due”, quella della graduale riapertura. Lo chiedono le categorie economiche e lo chiedono anche i presidenti di Regione e sindaci di numerosi territori.

Uno delle certezze è che dopo il 4 maggio la Provincia di Rimini non sarà più zona rossa e sarà unificata con la restante parte della Regione Emilia-Romagna. I principali sindaci del territorio da Gnassi alla Tosi o Giorgetti di Bellaria. D’altra parte la riduzione del numero dei contagi non motiva più un trattamento di blocco speciale per la provincia di Rimini.

Capitolo diverso cosa concretamente potrà riaprire nei prossimi giorni. Vi è chi spinge per dare la possibilità di fare lavori di manutenzione a stabilimenti balneari, hotel e attività commerciali estive anche prima del 4 maggio. Così come alcune filiere produttive spingono per l’apertura in tempi rapidi.

Le Regione che si sono riunite nella giornata di ieri, sabato 18 aprile, hanno trovato un accordo sintetizzato in un documento unitario. In particolare le Regioni chiedono:

“-Adottare linee guida nazionali, previo accordo con le parti sociali, che fissino le regole di carattere generale per la riapertura secondo fasi ben precise e graduali, lasciando autonomia alle Regioni per contemplare le singole specificità regionali in ordine agli aspetti relativi ai dati geografici, economici e sociali. Definire modalità (dispositivi di protezione, test, app, ecc.) che devono essere omogenei su tutto il territorio nazionale per evitare confusione; valutare obbligo per tutta la popolazione dei dpi, anche prevedendo la distribuzione presso la grande distribuzione organizzata per calmierare i prezzi.

  1. Revisione dei tempi delle città ovvero graduare la riapertura delle attività lavorative e dei servizi delle città – e riorganizzazione della mobilità della popolazione, prevedendo l’adeguamento del trasporto pubblico locale per far fronte alle esigenze della riapertura. Occorre considerane la necessità di distanziamento, dpi, eventuale scaglionamento degli orari di lavoro, diversi flussi; da qui il maggiore costo economico a cui far fronte. E’ necessario posticipare, rispetto alla prima fase della riapertura, la mobilità extraregionale.
  2. Possibilità di riapertura, anche dal 27 aprile (con il governo chesi è detto contrario):
    1. dei cantieri edili, in particolare quelli all’aperto; valutare una procedura semplificata per la ripresa immediata dei cantieri del terremoto attraverso norme in grado di far ripartire gli investimenti;
    2. di alcune filiere produttive maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, per evitare la sostituzione di tali quote di mercato a vantaggio dei competitor stranieri (Il territorio riminese è coinvolto con la produzione delle macchine per il legno e di tutto il comparto della moda, ndr)

Necessità, più in generale, di superare la disciplina di apertura e chiusura delle attività produttive sulla base dei codici ateco e del regime autorizzatorio delle prefetture; risulta preferibile prevedere una disciplina organizzata sulla pianificazione della riapertura di alcune filiere produttive – particolarmente rilevanti o maggiormente sicure – per il territorio e/o di settore, con la collaborazione di Regioni e Prefetture e la partecipazione delle rappresentanze delle parti sociali, delle Aziende Sanitarie e delle INAIL. Serviranno invece modalità omogenee, concordate e programmate, per una prossima e graduale riapertura degli esercizi di somministrazione al pubblico (bar e ristoranti). Così come emerge una necessità sempre più forte di programmare per le modalità e i tempi di riapertura delle attività turistiche. Infine, è necessario prevedere misure efficaci di sostegno allo smart working.

  1. Affrontare le riaperture tenendo conto del sostengo all’infanzia, verificando soluzioni per la cura dei bambini in considerazione della chiusura di scuole, nidi e centri estivi. Possibilità di consentire, nel rispetto delle regole, una graduale ripresa della socialità dei bambini. Necessità di concordare col Ministero dell’istruzione progetti specifici per la riapertura delle scuole che consentano una adeguata programmazione di tutte le attività necessarie correlate.”

Nelle prossime ore si riunirà anche il tavolo provinciale del lavoro “che abbiamo istituito a Rimini – spiega il presidente della Provincia Riziero Santi – dove affronteremo nel dettaglio le situazioni per provare a dare, in tempi stretti, le prime risposte per le aziende che ci chiedono di ripartire subito e garantiscono sull’uso di dispositivi di protezioni e misure precauzionali”. Dal tavolo provinciale si capirà se arrivano proposte di riapertura anche per bar e ristoranti dopoil 4 maggio.

Anche i più importanti comuni turistici italiani (G20 s) chiedono di prevedere la presenza di un rappresentante autorevole, con competenze sul settore turistico, nella task force prevista dal Governo per “progettare” la fase 2

predisporre un protocollo sanitario che  indichi in maniera univoca e certa procedure e modalità che possano garantire la sicurezza e la tutela della salute dei turisti, degli operatori turistici, dei lavoratori e dei cittadini delle destinazioni balneari considerando l’imminente avvio della stagione turistica estiva e l’attuale stato di indeterminatezza delle procedure da avviare.

 

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