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Coronavirus in Riviera, i bagnini: “Pareti in plexiglass tra gli ombrelloni? No grazie”

Ombrelloni e lettini separati da vere e proprie “gabbie” in plexiglass trasparente per evitare il contagio in spiaggia. Spopola in queste ore sui sociale e in rete il rendering pubblicato dall’azienda Nuova Neon 2 di Serramazzoni, nota a Rimini per gli allestimenti felliniani installati durante le ultime festività natalizie in Piazza Cavour.

L’idea è stata bocciata da gran parte degli operatori balneari della Riviera Romagnola da Comacchio fino a Cattolica. Spiega Simone Battistoni, presidente del sindacato balneatori in Regione che “è difficile pensare di poter riaprire sulla Riviera Romagnola con una soluzione di questo genere. La Riviera è turismo di massa e qualsiasi novità che preveder per necessità distanziamenti dovrà essere ben ponderata. Meglio le piante per separare gli ambienti. L’idea dell’azienda non ci piace, ma il tentativo è legittimo, è comunque un punto di partenza”.

A finire nel mirino non è solo la tipologia di distanziamento ma anche i potenziali effetti, sia psicologici che ambientali. “Rischiamo la disidratazione – spiega Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini Rimini Sud – con queste pareti“. E ancora Battistoni al Corriere di Bologna.Si morirà di caldo e non di coronavirusa. E poi, dal punto di vista psicologico le persone che vogliono andare in carcere rapinano una banca. Non vanno di certo al mare“.

L’idea non è piaciuta nemmeno a Riccione. Né alla sindaca Tosi che al presidente della cooperativa bagnini Diego Casadei. “Così non ha nemmeno senso far partire la stagione balneare“, ha spiegato il primo cittadino. “La soluzione mi sembra abbastanza infelice. Bocciata“, ha chiosato Casadei.

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