Una quarantena volontaria intrapresa da 45 operatori tra Oss, infermieri e ausiliarie il 17 marzo scorso e terminata il 31 dello stesso mese per tutelare gli ospiti e le suore riducendo a zero i contatti dall’esterno. Eccolo il piano messo appunto dall’Istituto Maccolini di Vai D’Azeglio a Rimini, che dal 1900 è gestita dalla Congregazione Suore di Carità dette di Maria Bambina. E ad oggi, incrociando le dita per il futuro, le misure hanno sortito l’effetto sperato. Nessuno dei 142 anziani ospiti e delle 32 religiose è risultata positiva a Covid 19.
“Attualmente l’istituto – spiegano dal Maccolini – è Covid Free. L’isolamento sta pagando. Ovviamente parliamo di un’epidemia, noi continuiamo con la quarantena volontaria sperando che il trend resti questo”.
Una precisazione necessaria dopo che erano circolate alcune voci di corridoio secondo cui all’interno delle residenze il coronavirus si sarebbe propagato. Voci, quindi, prontamente smentite.
“Dall’1 aprile siamo usciti dal regime di quarantena. Il 17 avevamo scelto l’isolamento perchè l’andamento del contagio era preoccupante. Ma qualora arrivasse una seconda ondata siamo pronti a isolarci”. Da 10 giorni ail personale esce dalla struttura ma solo per rincasare e dormire.
L’organizzazione della quarantena ha visto la partecipazione volontaria di 45 operatori tra OSS, infermieri e ausiliarie che saranno affiancati da personale religioso. Dal 17 marzo, il personale rimane nella struttura h24 senza recarsi a casa durante le ore di riposo evitando così possibili contaminazioni di tragitto. L’organizzazione aveva provveduto alla separazione dei reparti e alla predisposizione di letti di emergenza per gli operatori. Il cibo arriva in struttura in contenitori di materiale a perdere per evitare contaminazioni.
“Una scelta difficile – aveva dichiarato Suor Rita Benigni, Superiora dell’Istituto e gestore pro-tempore – che richiede un grande sforzo organizzativo e professionale. Questo è un tentativo che cerchiamo di mettere in atto per tutelare i nostri ospiti. Il problema per le case di riposo ai tempi del Covid-19 non è solo la possibilità di trasmettere il virus fra gli ospiti – gli anziani sono soggetti deboli che vanno protetti anche da una comune sindrome influenzale che gira nei periodi invernali – ma è soprattutto quella che esso venga trasmesso dall’esterno”.