“E tu leggi il libro che ti legge
dentro come una sonda del pensiero,
se muove al meccanismo che ci regge
sulla pagina bianca il rigo nero
perché lo sai che leggere è pensare
mentre si legge tenendosi al vero
del proprio vivere e del proprio immaginare
nelle lettere scritte il mondo intero
perché ti puoi anche fermare, tornare
indietro rifacendo il sentiero
già fatto e alla moviola più bella ragionare
senza dipendere da un fotogramma straniero
libro tu stesso che vuol dire libero
atto in memoria vivente del passato
più presente ch’è il futuro disegnato
da cuore e dalla mente in quel seguente
rigo di frase o verso impressionato
da chi scrive a chi legge perché sia ascoltato
quel che tra leggere e scrivere è il parlare
vivo in ogni opera scritta celebrato
e perché ancora tanto puoi imparare
di tutto il bene fatto e tutto il male
sempre da una all’altra lingua rinviato
perché ci si spinga al meglio che è dato …”
Gianni D’Elia (Pesaro, 1953)