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Fogheracce di San Giuseppe in tutta la Romagna, picco PM10 a Rimini. ARPAE: “Speravamo diversamente”

“Succede tutti gli anni: è tradizione accendere fuochi, a volte anche bruciando di tutto festeggiando in gruppo, ma quest’anno, con l’emergenza che stiamo vivendo e il divieto di assembramenti, ci si aspettava un andamento diverso. Purtroppo ieri, evidentemente, il divieto non è stato rispettato da tutti, come confermato dall’attività di controllo dei Carabinieri Forestali, sentiti al riguardo” . E’ l’ARPAE a denunciare i comportamenti di chi nella notte del 18 marzo non ha saputo rinunciare alla fogheraccia di San Giuseppe.

“Anche negli anni passati, in queste giornate di marzo – prosegue la nota dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l´energia dell´Emilia-Romagna  – le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria di Arpae hanno registrato valori “maggiorati” di polveri in Romagna, soprattutto nella parte costiera, con massimi nel riminese.
 Spesso 2 o 3 superamenti del valore limite (50 μg/m3), da non superare in più di 35 giornate in un anno, si registrano proprio in questa occasione. Quest’anno ci si aspettava che questo non succedesse”.

I valori delle polveri sottili il 17 marzo, prima che si accendessero le fogheracce. Nell’immagine in aperura, la situazione del 18 marzo

“L’altro ieri, martedì 17 marzo, le polveri erano entro i limiti in tutta la Regione. Ieri, mercoledì 18 marzo, si sono registrati aumenti in regione, portando dei superamenti come nell’area di Piacenza; in Romagna tali aumenti sono stati maggiori, arrivando fino a valori di 73 μg/m3, anche con il contributo dei fuochi accesi”.
Arpae invita dunque tutti a rispettare i divieti in vigore. 

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