Continuano senza sosta i controlli della polizia per far rispettare le misure di contenimento del coronavirus e solo nelle ultime 24 ore i denunciato sono stati 26. Molte le motivazioni stravaganti o del tutto insufficienti a giustificare l’uscire di casa.
Per esempio un trio di amici di 56, 57 e 48 anni, due originari di Cosenza e uno di Rimini, hanno detto di essere andati assieme a fare la spesa; solo che si trovavano in zona Covignano e ben distanti dalle loro abitazioni. Altri tre, albanesi, hanno detto di non sapere nulla dei divieti. Un 50 enne ha raccontato di stare cercando una pizzeria da asporto, ma erano le 21.40 e comunque nessun esercizio di quel tipo può vendere se non con recapito a domicilio.
Poi due persone, lui 31enne e lei 26enne, bloccate sulla circonvallazione Occidentale hanno confessato di essere dirette a casa di amici per una cena dopo aver fatto spesa in un centro commerciale. Madre e figlia, di 72 e 43 anni hanno dichiarato anche loro di aver fatto la spesa; ma la spesa in macchina non c’era e lo scontrino che hanno esibito risaliva a tre ore prima. Un’altra giovane coppia, lui cittadino ucraino di 26 anni e lei foggiana di 22, sorpresi in viale Regina Margherita, come motivazione inderogabile al loro girovagare hanno fornito quella di stare cercando un tabaccaio per comprare un mazzo di carte da gioco per poter passare il tempo.
Piuttosto confuso il 25enne controllato in via Tiberio, nel Borgo San Giuliano. Residente in via dei Mulini, diceva di essere in cerca di un tabaccaio con distributore automatico, ma per calmare il suo nervosismo ha estratto di tasca un pacchetto di sigarette e se n’è accesa una di fronte agli agenti.
Un albanese 66enne è stato avvistato mentre conduceva due biciclette: ne aveva lasciata una in un albergo dove aveva lavorato ed era andata a riprendersela, pur essendo in sella a un modello nuovo. Un egiziano di 28 anni, residente a Milano, ha invece ammesso di essersi stufato di restare nella metropoli lombarda e di essere venuto a Rimini per vedere come ce la passavamo al mare. Due moldavi di 23 e 20 anni e un 19enne cittadino romeno avevano organizzato un pic nic con cibo e bevande in un’automobile parcheggiata in via Adimari, a Rivazzurra.
C’è poi il misanese che sta riportando a Rimini un’amica residente in un hotel del lungomare dopo un pomeriggio trascorso insieme a Misano. Due giovani, un riminese di 21 anni e un senegalese di 23, stavano andando a casa ma hanno hanno ammesso di aver pranzato insieme.
Intorno a mezzanotte e mezza, invece, una pattuglia ha notato un uomo di 50 di San Giovanni in Marignano che camminava dalle parti di Santa Maria in Cerreto. Come mai? Aveva passato il pomeriggio con un’amica di 45 anni ma poi avevano litigato e la donna lo aveva piantato a piedi.
Intorno alle 3 in via Cavalieri di Vittorio Veneto, la polizia è dovuta intervenire per i rilievi dopo un tamponamento di poco conto. Ma mentre l’auto che aveva ricevuto l’urto era condotta da un uomo che aveva tutto il diritto di circolare per motivi di lavoro, sull’altra vettura a c’erano una coppia di Cattolica, lui 30 anni e lei 20, che non hanno saputo spiegare come mai si trovassero a Miramare.
Alle 4.20, un brasiliano 31enne residente a Forlì e un veronese di 23 anni residente a Cattolica, sono stati infine fermati mentre giravano in auto. Il sudamericano ha dichiarato di aver accompagnato l’amico al pronto soccorso, ma nessun ospedale della zona ha confermato questa storia e anche loro, come tutti gli altri, sono stati denunciati ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, ma con l’aggiunta di una seconda imputazione per aver dichiarato il falso alle forze dell’ordine.