Il giornale online Open, fondato da Enrico Mentana, ha pubblicato una intervista a un’infermiera che lavora nel pronto soccorso di Riccione, chiamata negli ultimi giorni nel pronto soccorso per affrontare l’emergenza Coronavirus.
Nell’articolo viene raccontato che l’infermiera lavorava fino a qualche tempo fa in un altro reparto dell’ospedale di Rimini e di come il rapido precipitare della situazione con il continuo aumento dei contagi nella Provincia di Rimini abbia spinto i vertici a spostare di reparto gli infermieri anche al di fuori del loro ospedale, come appunto successo alla donna interpellata.
Nell’articolo – leggi qui – viene ben raccontata la drammaticità del momento, tangibile in molti ospedali italiani in cui l’emergenza è all’ordine del giorno in corsia.
C’è però un dettaglio – per modo di dire – che rivelerebbe uno scenario inedito in un passaggio dell’intervista. «Noi abbiamo ricevuto disposizione di non intubare più i pazienti sopra gli 80 anni – spiega l’infermiera – così, in poche parole, scegliamo chi salvare e chi lasciar vivere. Queste persone sono padri, mariti, nonni. Ed è la parte più difficile di tutta questa situazione. Io faccio l’infermiera, vedere qualcuno che sta male e non poterlo aiutare mi sconvolge. E se i numeri delle persone contagiate continuerà a salire, l’età di intubazione si abbasserà. Torno a casa e piango ogni giorno».
Lo scenario è quello della drammatica “scelta” che i medici sarebbero chiamati a fare in merito ai pazienti da salvare e quelli da non salvare perchè ritenuti irrecuperabili, paventato qualora dovesse verificarsi il collasso delle strutture sanitarie. Che per lo meno per quel che riguarda la Romagna e l’intera Regione, l’Ausl locale e il commissario ad acta Sergio Venturi non hanno nemmeno paventato, perlomeno per il momento.
Interpellata, Ausl Romagna smentisce categoricamente quanto riferito nell’intervista pubblicata da Open. “Ci riserviamo di intraprendere eventuali misure in merito a quanto detto“.
