“Aumenta la nostra preoccupazione – dice un comunicato dell’Associazione dei Mutilati e Invalidi Civili di Rimini – per l’assistenza alle persone con grave disabilità nelle aree focolaio. Le donne e gli uomini con importanti disabilità congenite, se contagiate e risultate positive al Covid-19, rischiano la vita molto più della media. Le famiglie non possono essere lasciate a se stesse; anzi, al contrario, serve dar loro un maggior supporto qualificato. In emergenza le persone con disabilità sono il più delle volte, dimenticate e discriminate”.
“In relazione alla adozione delle misure di sicurezza sanitaria, con limitazioni agli spostamenti e ai contatti interpersonali, messe in atto per fermare la diffusione dell’epidemia che sta colpendo la salute delle persone e l’attività delle imprese. Ci si preoccupa – prosegue il comunicato – di tenere monitorate le persone con disabilità che vivono da sole e non hanno una famiglia alle spalle che li supporta? Senza dimenticare che molti di loro presentano patologie importanti quali diabete, malattie cardiache e respiratorie e che per effetto delle misure di contenimento del contagio da corona virus, non possono procurarsi da soli cibo e medicinali.
È certamente un momento difficile – prosegue la nota dell’ANMIC – nel quale è necessario restare uniti seguendo le regole anti epidemia che sono state stabilite a livello nazionale ma al tempo stesso bisogna garantire un concreto aiuto a concittadini già gravati di handicap che in questa situazione vedono peggiorate le loro condizioni fisiche ma anche sociali e di relazione.
Torniamo quindi a chiedere misure di maggior sostegno – conclude il comunicato – per le persone con disabilità, perché gli effetti anche sociali di questa emergenza sono particolarmente gravosi su questi soggetti”.
ANMIC. Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili