Passeggio per la città della nostra gioventù
e cerco la strada per il mio nome.
Le strade grandi, rumorose –
le lascio ai grandi della storia.
Cosa facevo io mentre durava la storia?
Mi limitavo ad amare te.
Cerco una strada piccola, semplice, quotidiana,
dove, senza dare nell’occhio al mondo,
possiamo passeggiare anche dopo morti.
All’inizio essa non deve avere molto verde,
neppure i suoi uccelli.
È importante che in essa, sfuggendo alla persecuzione,
possano sempre trovare rifugio sia l’uomo che il cane.
Sarebbe bello se fosse lastricata,
ma, in fondo, neppure questa è la cosa più importante.
La cosa più importante è questa
che nella strada col mio nome
mai a nessuno tocchi una disgrazia.
Izet Sarajlic (Doboj [Bosnia ed Erzegovina], 1930 – Sarajevo, 2002)